Corte dei Conti, la Regione nel mirino

Necessario dismettere le partecipazioni in Air Alps srl e Interbrennero. Rilievi al rendiconto della Provincia di Bolzano


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Società partecipate dalla Regione nel mirino della Corte dei Conti. Nella relazione illustrata da Gianfranco Postal, il procuratore regionale Paolo Evangelista ha giudicato "assolutamente necessario definire un percorso per la dismissione delle partecipazioni riguardanti società non più di carattere strumentale". Tra quelle da dismettere con urgenza, "per evitare danni al patrimonio della Regione - e conseguenti responsabilità -", i giudici contabili segnalano Air Alps srl, compagnia aerea per la quale la Regione ha investito 1,5 milioni di euro tra il 2006 e il 2008 per acquisire una partecipazione dell'1,88%. Nell’ultimo bilancio (2013) la società presenta perdite per 17 milioni, pari a sei volte il capitale sociale.

Altro caso: Inter Brennero spa, per la quale "non è più giustificabile l'inerzia della Regione che nel 2008 aveva deliberato la dismissione della partecipazione", rileva la Corte dei Conti. La perdita dell'esercizio 2013 ammonta a 1,623 milioni di euro. Sono poi cinque i rilievi mossi dalla procura regionale della Corte dei Conti (sezione giurisdizionale) all’esercizio finanziario 2014 della Provincia autonoma di Bolzano. Il rendiconto, dunque, ha ottenuto il via libera con esclusione di quattro capitoli di spesa e di un capitolo di entrata. In particolare alcune spese della Provincia autonoma di Bolzano, finanziate dalla Regione, , non sarebbero corrette ai sensi dell’articolo 119 della Costituzione , secondo cui Comuni , Province e Regioni possono ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento. Nella relazione si ravvisano gravi criticità in merito alle modalità di impiego dei 70 milioni di credito erogati dalla Regione Trentino Alto Adige a favore della Provincia autonoma di Bolzano, direttamente o indirettamente attraverso la partecipata «Alto Adige finance spa». Le criticità di cui si fa riferimento riguardano soprattutto la parte del prestito che sarebbe stata impiegata dalla Provincia autonoma di Bolzano per erogare contributi a fondo perduto a vantaggio di privati ed imprese. Nella relazione il procuratore regionale Robert Schülmers pone interrogativi circa la legittimità costituzionale di una disposizione di legge che prevede l’intervento finanziario della Regione a supporto di iniziative di sostegno dell’economia che sembrano in realtà rientrare nel novero di competenze materiali attribuite dallo Statuto di autonomia alle due Province autonome. E’ sulla base di queste considerazioni che il procuratore regionale pone dei pesanti interrogativi sul versante della materiale esecuzione degli interventi della Provincia autonoma di Bolzano a fronte dell’indebitamento assunto nei confronti della Regione. In effetti benchè i prestiti ventennali effettuati dalla Regione a vantaggio delle Province autonome fossero per legge destinati ad investimenti, ben 32,8 milioni di euro sono stati dirottati a vantaggio di imprese per contributi in conto capitale mentre 1,3 milioni di euro si sono tradotti in contributi alle imprese per spese di natura corrente. Tutti interventi - sottolinea il procuratore Schülmers - che dunque non sono annoverabili nella nozione di investimento.

Alcuni rilievi sono poi stati mossi anche in relazione alle spese sostenute dall’amministrazione provinciale altoatesina per il personale dirigenziale. In questo caso il procuratore Schülmers ribadisce (dopo i rilievi degli anni passati) «la palese illegittimità della graduale trasformazione in una quota fissa e continuativa della retribuzione di parte dell’indennità di funzione» Nella relazione il magistrato fa presente che si tratta di una graduale trasformazione che, di fatto, consente a personale provinciale rimasto privo di incarico dirigenziale di continuare a percepire l’indennità di funzione. In questa maniera - si legge ancora nella relazione del procuratore regionale - si è introdotto «un pericoloso meccanismo idoneo a trasformare progressivamente la stessa natura dell’indennità di funzione scollegandola all’effettività dell’esercizio delle funzioni dirigenziali con conseguente lesione del principio di buon andamento della pubblica amministrazione». (ma.be.)

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