Bolzano

Da settimane senza ascensore: anziani in difficoltà nelle case Ipes

Via Maso della Pieve, la denuncia di una signora invalida all’80%: «Da giorni costretta a salire a piedi fino al quinto piano». Finora senza esito le telefonate all’Istituto. «Due giorni fa al centralino ci hanno detto che occorrerà un altro mese». La replica: «La ditta non trova i pezzi di ricambio»



BOLZANO. È anziana, invalida, vive da sola, al quinto piano di un edificio dell’Ipes in via Maso della Pieve. È ancora piuttosto autosufficiente, ma le hanno reso la vita difficile da almeno tre settimane: ascensore fuori servizio, perché pare sia estremamente difficile trovare il tal pezzo di ricambio. Si è tentato di sollecitare, di capire, di far capire, ma dall’Istituto pare che si siano limitati a dire che occorre pazienza. Gli inquilini ne hanno avuta, ma dopo tre settimane e diverse telefonate senza esito hanno deciso, sulla scorta dei consigli di altri condòmini di altri stabili Ipes che già così avevano risolto, di rivolgersi ad altri, per vedere di smuovere le acque.

Siamo al civico 38 A di via Maso della Pieve, che affaccia proprio sul parcheggio del vicino supermercato Lidl, dove sarebbe anche semplice recarsi a fare la spesa. Si tratta di un edificio di notevoli dimensioni, con più scale, di buona fattura e di costruzione molto più recente rispetto a tanti altri dell’Istituto provinciale edilizia sociale, la cui costruzione risale a molti decenni fa e dove magari ci sarebbe da attendersi guasti agli impianti. A lamentarsi sono numerosi inquilini, ma chi abita al primo o al secondo piano riesce ancora ancora a cavarsela senza troppi problemi, magari impreca se deve salire a piedi con le buste della spesa ma insomma ce la fa.

Non così la signora Dina Maria Ferrarese. Per raggiungere il suo appartamento occorre sciropparsi la bellezza di cinque piani a piedi, cosa non da poco per chiunque, figurarsi per lei. «Sono invalida all’80 percento, se volete vi faccio vedere tutte le carte che lo attestano», confessa senza alcun timore. «Mi ricordo perfettamente il giorno in cui l’ascensore si è guastato, perché era il mio compleanno, il 5 di febbraio».

Da allora, al pian terreno è comparso un annuncio della ditta che si occupa della manutenzione: «Informiamo che l’impianto ascensore rimarrà fuori servizio in attesa di pezzo di ricambio per circa 20 giorni. Ci scusiamo per gli eventuali disagi arrecati». Altro che disagi. Ai piani alti ci sono diverse persone con problemi di deambulazione e comunque, anche se così non fosse, arrivare al quinto piano a piedi con le borse della spesa è pesante per chiunque. Una vicina, allo stesso pianerottolo, con i reumatismi, conferma. Un altro vicino dei piani sotto si dice informato: «Colpa dei bandi di gara al massimo ribasso».

La signora Ferrarese è intimorita: «Forse ho sbagliato a chiamare, a farmi sentire. Non vorrei ricevere lo sfratto, per questo. Però due giorni fa ho telefonato, mi hanno chiesto come mai ero nervosa. Mi hanno detto che dovevo stare calma e che ci vorrà un altro mesetto. Per forza che mi sono arrabbiata».

La replica dell'Ipes

«Difficoltà nel reperire i pezzi di ricambio da parte del fornitore del servizio». Ipes, insomma, per il guasto che blocca l’ascensore di un palazzo di via Maso della Pieve non ha colpe. A spiegarlo è proprio la presidente, Francesca Tosolini. «Comprendo il disagio degli inquilini - spiega – ma assicuro che da parte dell’istituto c’è massima attenzione. Ricordo che Ipes ha stipulato una convenzione con la Croce Bianca che in caso di necessità da parte di persone invalide viene attivata e i collaboratori sono sempre a disposizione a fornire tutte le informazioni». DA.PA.













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