Distanziometro, la Provincia ora trema

Super-consulenza tecnica per capire se il limite dei 300 metri determini «l’espulsione di tutte le attività legate al settore»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. I gestori delle sale da gioco altoatesine le stanno tentando davvero tutte per far saltare il cosiddetto «distanziometro», ovvero il limite dei 300 metri dai cosiddetti luoghi sensibili. L’ultimo round, davanti al Consiglio di Stato, è stato favorevole agli esercenti. I giudici, infatti, hanno disposto una super-consulenza tecnica per stabilire se il regolamento sulle distanze minime decise dalla Provincia di Bolzano per le sale da gioco possa determinare «un effetto espulsivo di tutte le attività legate al settore».

I ricorrenti altoatesini. Ad esprimersi sulla delicata questione è stato il Collegio della Sesta sezione sui ricorsi presentati da quattro imprese che gestiscono sale a Bolzano (in viale Europa 60 e in via Gaismair 21), a Salorno (in via Nazionale 9/2) e a Vipiteno (vicolo del Forno 4/A), a cui è stata intimata la chiusura per la violazione del «distanziometro». Le società (Nihao; Vitiell, Pragma S.r.l; Rossi & Co; Wu Cong, Wu S.n.c) si sono appellate a Palazzo Spada dopo la bocciatura arrivata dal Tar. Al centro della questione resta dunque la norma che riguarda i luoghi sensibili. La legge provinciale del 2012 aveva ampliato le disposizioni già contenute nella legge del 1992 che prevede un distanziometro di 300 metri «per ragioni di tutela di determinate categorie di persone e per prevenire il vizio del gioco». L’ampliamento dei luoghi sensibili avvenuto nel 2012 è stato annullato nell’ottobre 2016, ma la decadenza è stata confermata dal Tar Bolzano in virtù della legge del 1992, tuttora legittima.

«Espulsi dal mercato». Per i ricorrenti altoatesini, però, anche la norma del 1992 presenta «profili di irragionevolezza». Secondo una perizia tecnica effettuata dai ricorrenti nella provincia, il 99% del territorio sarebbe off limits per le sale giochi, vista la particolare orografia della zona. Ciò porterebbe al cosiddetto «effetto espulsivo» già sostenuto contro la delibera del 2012 e per questo, secondo le società, dovrebbe essere considerata «irragionevole e incostituzionale».

Il Consiglio di Stato. I giudici ritengono dunque «necessario disporre una consulenza tecnica» visto il «persistente contrasto tra le parti».

Oltre al presunto effetto espulsivo, i giudici chiedono di sapere «se sia attendibile ritenere che l’eventuale marginalizzazione delle sale da gioco in cinture extraurbane possa incidere, in senso positivo o negativo, sul comportamento dei consumatori giocatori e sull’attività d’impresa» e «quali possano essere gli effetti di potenziale variazione della domanda, alle nuove condizioni imposte dalla censurata disciplina provinciale».

Consulente tecnico & tempi. Il Consiglio di Stato ha Scelto il professor Cesare Pozzi, docente di Economia dell’impresa, della concorrenza e dei mercati globali, presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma, mentre il consigliere delegato sarà il giudice Bernhard Lageder. La relazione finale del professore Pozzi dovrà essere depositata entro il 20 dicembre 2017, mentre l’udienza pubblica si terrà nel primo trimestre 2018.

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