Dolomiti e Venezia, scontro Trento-Belluno 

Il marketing veneto: «Sono le montagne della Serenissima». La replica: patrimonio dell’umanità


di Andrea Selva


BOLZANO. Il Veneto è la terra di Venezia. E le Dolomiti? Le montagne di Venezia, ovviamente. Ecco la strategia turistica lanciata dalla Regione Veneto e dall’ente di promozione turistica del Bellunese, presentata l’altro giorno alla fiera del turismo di Milano. L’obiettivo è quello di sedurre i turisti che arrivano da molto lontano, ad esempio dalla Cina, e che visitando la Serenissima, Cortina e magari salendo in vetta alla Marmolada (su cui si arriva facilmente con una funivia che parte dal Veneto) possono tornare a casa soddisfatti.

LE CRITICHE. Una strategia che - guarda un po’ - non è piaciuta ai trentini. Proprio loro che per anni si sono dimenticati delle Dolomiti (lo slogan della promozione turistica trentina è infatti “Le Alpi in stile italiano”) e ora le rivendicano a gran voce ricordando che c’è già un contenitore che dovrebbe garantire l’unità delle Dolomiti e cioè la Fondazione Dolomiti Unesco.

E la cosa curiosa è che la strategia marketing di Belluno è stata studiata dai ricercatori dell’Eurac di Bolzano con i soldi del Trentino, nell’ambito dei fondi destinati ai comuni di confine. Il primo a dire che così non va bene - ieri mattina - è stato il consigliere provinciale Paolo Ghezzi di Futura: «Se le Dolomiti sono le montagne di Venezia, noi siamo l’ottava provincia del Veneto. Tanto vale che il governatore Fugatti (che è nato in Veneto) ci cambi il nome in Venezia Tridentina”». Poi è stata la volta dell’ex assessore Mauro Gilmozzi a dire che si tratta di un grave errore: «Ho letto con grande disappunto questa notizia. Si tratta di un’iniziativa di marketing che ci fa correre due grandi rischi: il primo è quello di demolire l’insieme di reti interregionali che - con grande difficoltà - ha sostenuto la sfida del riconoscimento Unesco e della Fondazione; il secondo è che in questo modo si marca una differenza netta fra Veneto e Trentino e si ribadisce il primato della pianura sulla montagna e della cultura metropolitana su quella alpina».

IL MARCHIO. Ma ci sono dubbi anche nella maggioranza, con il consigliere Luca Guglielmi che ha presentato un’interrogazione (che cosa vuole fare la giunta per tutelare il nostro patrimonio?) e soprattutto il vice presidente Mario Tonina: «È positivo che la Provincia di Belluno si doti di un marchio ombrello come già Trento e Bolzano, ma associare lo slogan “le montagne di Venezia” alle Dolomiti è un’operazione estremamente delicata, perché le Dolomiti sono un unico patrimonio mondiale». Tonina ha quindi ricordato che a maggio il Trentino assumerà la presidenza della Fondazione Unesco e che in quell’occasione ci si potrà confrontare costruttivamente su questi aspetti.

GARDA. E pure Tonina è convinto che ci sia uno sbilanciamento verso la città: «Siamo di fronte a una visione urbano-centrica che vede nella montagna uno spazio da utilizzare. Capisco il marketing, ma le Dolomiti non hanno certo bisogno di andare a braccetto con Venezia». L’assessore al turismo, Roberto Failoni, ha citato in proposito l’esempio del Garda dove un marchio unico rappresenta tre diverse realtà, cioè Veneto, Trentino e Lombardia: «È questo l’esempio che dobbiamo seguire, quanto alle Dolomiti è chiaro che è auspicabile una linea comune e la prima occasione in questo senso sarà il dibattito che dovrà aprirsi sulla mobilità sui passi Dolomiti: l’estate del 2019 è vicina, ma stiamo già pensando a quella del 2020».













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