il caso

Duecento malati rimasti senza cannabis terapeutica

Dolori insopportabili, i pazienti cercano soluzioni con nuovi produttori. Il farmacista Cimatti: «Non ne arriva quasi più»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Siamo all’emergenza sanitaria,la cannabis terapeutica è sparita dalle farmacie. «Non la troviamo più... e ci aiuta a sopportare i dolori e restituisce qualità e dignità alla vita». Duecento malati, soci del “Cannabis social Club”, lanciano un appello ai vertici della Provincia: «Siamo disperati, fate qualcosa». Ricordiamo che la cannabis può essere acquistata sempre e solo con ricetta e che i pazienti - a seconda della patologia - pagano per acquistarla in media dai 40 ai 200 euro al mese.

Stefano Balbo, 53 anni, che convive da anni con una serie di patologie gravi, dà voce a chi soffre: «Avremo trovato la soluzione. Abbiamo contattato alcuni produttori del Nord Italia che coltivano talee (cloni di una pianta madre) ma ci serve il via libera della Provincia. Speriamo ci ascoltino. Ci troviamo ogni mercoledì in via Goethe 34/A e stiamo parlando di questo».

A chiedere una soluzione immediata sono malati di Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla, fibromialgia, epilessia, pazienti oncologici e neurologici con traumi cerebrali, forti emicranie, ictus ecc. che trovano sollievo a dolori insopportabili e sintomi incontrollabili grazie ai principi attivi della cannabis, farmacologicamente efficaci, tra cui il più noto è il Thc (tetraidrocannabinolo). Purtroppo però alcuni tipi di cannabis sono a tutt’oggi introvabili perchè la richiesta - in tutta Europa - è sempre più alta e l’offerta insufficiente. La produzione italiana (iniziata solo pochi mesi fa) arranca come anche l’importazione dall’Olanda, colpa in questo caso dell’ultimo raccolto andato a male con un intero ciclo produttivo saltato.

Uberto Cimatti - farmacista meranese - conferma l’estrema difficoltà del momento - parla di situazione tragica per i malati senza più terapia, alcuni dei quali costretti a rivolgersi al mercato illegale dove non si trova - comunque - cannabis ad uso medico. «A tutt’oggi - precisa - sono introvabili, due medicinali. Il Bediol - prodotto in Olanda - e l’Fm2 - prodotto dallo Stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze. Va un po’ meglio per il Bedrocan, sempre di produzione olandese».

Cimatti precisa che per uscire dall’impasse la produzione in Italia dovrebbe aumentare ma che il Ministero della sanità ha trattato la questione con eccessiva ed estrema prudenza vista la difficoltà che si è fatta - tra il resto - ad accettare il medicinale. «Per uscirne almeno parzialmente il Ministero dovrebbe permettere l’importazione di quantità maggiori di cannabis rivolgendosi anche ad altre nazioni produttrici (Canada e Israele) e permettere ad altri produttori italiani, in grado di fornire le stesse garanzie di qualità dello Stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze, di commercializzare il prodotto».

I malati intanto continuano a chiedere aiuto e di poter contattare - con l’ok della Provincia - i produttori di talee, anche se va detto che la Provincia non ha competenza primaria in merito. Intanto ha preso il via al Senato l'esame della richiesta d'urgenza per il disegno di legge presentato dal Movimento 5 Stelle sulla disciplina di stupefacenti e sostanze psicotrope. Il provvedimento dei grillini modifica il testo delle leggi ed introduce un articolo che vuole favorire il consumo di cannabis terapeutica. Il testo stabilisce infatti che la coltivazione di cannabis e la detenzione dei prodotti da essa ottenuta è consentita nel limite di 4 piante femmine. Inoltre, con questo provvedimento, non è punibile chiunque coltivi cannabis a uso medico, in relazione a patologie accertate con documentazione medica specialistica. Ma la soluzione non si annuncia affatto rapida ed i malati - con forti dolori, aspettano.













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