Ecco il Muro di Bolzano Andrà giù come a Berlino 

Cortile del Museo Civico. Al lavoro l’artista Kiddy Citny che dipinse la barriera sul lato ovest Mercoledì l’inaugurazione. A febbraio sarà abbattuto. Iniziativa “contro le barriere”


Paolo Campostrini


Bolzano. È sorto il Muro di Bolzano. E come quello di Berlino - crollato 30 anni fa - sarà poi abbattuto in una giornata di liberazione collettiva da tutti i muri. Anche quelli interiori. O, per quanto ci riguarda, anche quelli etnici. È apparso nel cortile del Museo civico e mercoledì 13 novembre sarà inaugurato alla presenza di chi l'ha immaginato e che lo dipingerà coi suoi colori. Come dipinse, più di 30 anni fa, quello comunista allora ancora in piedi a dividere in due l'Europa. Perché questo nuovo Muro è un'opera d'arte, di quelle che sanno esprimere un concetto politico e non solo estetico. È di Kiddy Citny che nel 1985 tracciò sulla barriera berlinese le sue figure angoscianti ma liberatorie. Kiddy è stato il primo, insieme a Terry Noir a dipingere il Muro.

A questi due performer di frontiera, si è aggiunto poi Keith Haring, altro grandissimo della scena artistica contemporanea internazionale.

E proprio Kiddy è a Bolzano in questi giorni. Subito impegnato a tracciare nuovi disegni e inediti dipinti "open air" su quelle pareti dentro il cortile del Civico che evocano le pietre e il cemento di quello eretto per impedire alla gente di fuggire dalla Ddr e andare dove voleva.

Per capire il livello di ciò che sta accadendo qui, basti dire che Kiddy Citny, sempre all'interno delle rievocazioni per la liberazione berlinese di trent'anni fa sarà a Roma, al Macro, il grande Museo d'arte contemporanea, il 19 novembre per una analoga iniziativa.

Perché dunque Bolzano?

Innanzitutto per la ragione che qui opera un grande appassionato d'arte, Pietro Marangoni, giornalista, fondatore di una galleria innovativa, “La Stanza", che avuto l'idea di chiamare Kiddy e di proporgli un Muro da costruire a Bolzano. Poi per l'entusiasmo in condivisione del Comune, con l'assessore alla cultura Juri Andriollo che ha accettato di mettere a bilancio le spese per offrire, soprattutto ai giovani bolzanini, un'esperienza unica di arte collettiva.

Perché alla fine, anche questo Muro sarà abbattuto.

Con meno difficoltà, perché non c'è cemento a reggerlo.

Ma con la partecipazione delle scuole, degli studenti, di chi vorrà, bolzanini o stranieri, che il 13 febbraio prossimo si accaniranno contro questa barriera e la distruggeranno con ogni mezzo. Fino a cancellarla.

Kiddy sarà come detto, in questi giorni alla galleria “Espace La Stanza” per incontrare il suo mentore bolzanino. Nel mentre lavorerà alla pittura del suo Muro. Che naturalmente rievoca quello più famoso e unico ma che porta con sè, quello che sarà inaugurato mercoledì, un chiaro messaggio anche per il nostro territorio. I muri, oggi, non sono più quelli storici ma quelli che ogni giorno erigiamo tra noi e i diversi, tra noi e chi arriva da lontano e ci fa paura.

E in particolare in Alto Adige, il Muro del Museo civico sta a rappresentare anche quelli etnici, le barriere tra scuole italiane e tedesche anche durante le pause e i fili spinati invisibili che separano spesso le due comunità linguistiche, anche a livello politico, e che inibiscono una reale convivenza.

Insomma, ci sarà da pensare a guardare il muro di Kiddy.

E siamo tutti curiosi di vedere con quali immagini lo dipingerà oggi e domani e quale messaggio vorrà comunicarci.













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