LA CANTINA

Ecco il primo whisky prodotto in Val Venosta

Partito il conto alla rovescia: a fine mese saranno pronte le prime bottiglie. Da tre anni sta invecchiando nella cantina di Glorenza della famiglia Ebensberger


di Ezio Danieli


GLORENZA. Sta per fare il suo ingresso nel mercato il primo whisky italiano. Anzi: venostano. È la distilleria Puni che lo sta lavorando da tre anni. Ora è il momento tanto atteso dai numerosi appassionati e cultori della bevanda tipica scozzese. La Puni si trova a Glorenza in Alta val Venosta. Una costruzione moderna, quasi avveniristica che non contrasta con il tipico paesaggio della vallata. È gestita da Albrecht Ebensberger e dai figli Lukas e Jonas. Che, da qualche anno, hanno deciso di produrre anche in Italia il nettare delle highlands scozzesi. «Abbiamo deciso un paio di anni fa, abbinando la nostra precedente attività di costruttori edili - dice Jonas Ebensberger - e dopo un'attenta pianificazione adesso la passione per il whisky sta per diventare realtà".

Le prospettive sono di tutto rispetto: «Pensiamo ad una produzione di 900 botti all'anno per complessive 500 mila bottiglie che dovrebbero essere sul mercato entro questo mese di ottobre». Gli Ebensperger hanno deciso di utilizzare varietà di orzo coltivato in Venosta con metodo rigorosamente biologico. L'alambicco Pot Stil è stato fatto costruire in Scozia dalla leggendaria Forsyths con la supervisione di Harry Cockburn, mitico responsabile tecnico di Bownmore. Insomma una "novità" locale di grande interesse - e non soltanto da parte degli appassionati bevitori - abbinata alle "classiche" tradizioni del tipico liquore scozzese. Restano segrete (per ora) le modalità di maltazione dell'orzo. Non c'è verso di "strappare" i segreti ai titolari della distilleria Puni. Ma il risultato del prodotto, a giudicare dai primi provvisori pareri raccolti dagli esperti e dagli appassionati, risulta eccellente.

Unica cosa certa - come confermano i titolari - è che la distilleria Puni ha intenzione di seguire metodi innovativi ma nel pieno rispetto della tradizione. Infatti per l'invecchiamento del suo whisky ha scelto le botti ex-bourbon (classico) e, visto che siamo in Italia, al posto dello sherry utilizzano botti ex marsala. Come magazzino per l'invecchiamento alla Puni hanno deciso di utilizzare un vecchio bunker militare in disuso che si trova sempre alle porte di Glorenza.

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Il primo imbottigliamento ufficiale è stato fatto l'anno scorso ed è un classico "3 anni minimo". Anche se, essendo in Italia con il prodotto che sarà caratterizzato dal made in Italy, non sono tenuti a rispettare alcun tipo di disciplinare, gli Ebensberger intendono comunque mantenere il rispetto della tradizione che vuole che il whisky venga messo in bottiglia e commercializzato soltanto quando ha raggiunto l'invecchiamento minimo di tre anni. I titolari ribadiscono la loro intenzione di «produrre un whisky di tipo artigianale di alta qualità, seguendo la scia delle altre microdistillerie che hanno iniziato la produzione negli ultimi anni in diversi Paesi d'Europa». Del resto la zona della Val Venosta, per quanto riguarda aria, acqua e montagne, non ha molto da invidiare alla Scozia. È anche partendo da queste considerazioni che la Puni ha deciso di produrre, localmente, il whisky venostano. Fra una decina di giorni al massimo le bottiglie saranno in commercio. Intanto sul sito dell’azienda è già partito il conto alla rovescia che scandisce l’avvicinarsi dell’evento con l’apertura delle botti e la scoperta del primo whisky italiano.













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