Trovato l’accordo per il riassetto. Edipower tutta in mani italiane. Brandstätter: accelerata inattesa, ora aspettiamo i dettagli

Edison ai francesi: Sel spera nelle centrali

Bolzano punta alle quote di Hydros e SelEdison. Per Delmi minusvalenza da un miliardo



BOLZANO. Si è chiusa l'infinita trattativa tra soci francesi e italiani per il riassetto di Edison: quest'ultima va Oltralpe, alla Edf, mentre in mani italiane resta Edipower. La partita interessa direttamente anche la Sel, che ha il 10% di Delmi e che punta alle quote di Hydros e SelEdison per 9 centrali idroelettriche in Alto Adige. Ma c'è anche un secondo fronte: col riassetto Edison la Delmi rischia una minusvalenza di un miliardo di euro.

Ancora nella tarda sera di ieri il vicepresidente di Sel, Giovanni Polonioli (il presidente Sparber è in vacanza) stava tessendo contatti per capire le ricadute locali dell'accordo siglato da Edf e Delmi. L'accelerata impressa nelle ultime ore ha preso molti in contropiede. E anche l'avvocato Gerhard Brandstätter, consulente della Sel nella trattativa, era molto cauto: «Diamoci un giorno di tempo per capire bene cosa dicono le carte. L'obiettivo della Sel resta portare a casa l'idroelettrico oggi partecipato da Edison: non sappiamo ancora cosa prevede l'accordo ma penso che non siano partecipazioni strategiche per i francesi. Confido che si troverà un accordo ma è presto per dirlo».

Un passo indietro. Nella notte tra lunedì e martedì Edf e Delmi siglano l'accordo preliminare dopo mesi di trattative: i francesi conquistano il controllo di Edison, dove salgono all'80,7% del capitale (e dovranno lanciare un'opa sul restante) ma rinunciano a Edipower, che sarà al 100% in mani italiane. L'intesa prevede che Edf acquisti il 50% di Transalpina d'Energia (Tde), la holding che possiede il 61,3% di Edison, da Delmi, società che raggruppa gli azionisti nazionali, A2a e Iren in testa ma anche Sel. L'acquisizione avverrà ad un prezzo per le azioni Edison di 0,84 euro ed è condizionata alla conferma da parte della Consob che il prezzo dell'Opa obbligatoria non sia superiore a tale valore. Per quanto riguarda Edipower, Delmi acquisirà da Edf il 50% oggi in mano a Edison, e la quota del 20% della svizzera Alpiq, rispettivamente per 600 e 200 milioni.

La ex genco sarà quindi tutta italiana: 70% a Delmi, 20% ad A2a e 10% ad Iren. Il suo rifornimento di gas sarà garantito da contratti di fornitura, a condizioni di mercato, con Edison, per il 50% del fabbisogno sui prossimi 6 anni. L'accordo dovrà ora essere approvato dai cda delle società coinvolte, al più tardi entro il 31 gennaio; la firma dei contratti definitivi dovrà arrivare per il 15 febbraio. Per Delmi, la cessione della quota in Tde a 0,84 euro per azione Edison comporterà una minusvalenza intorno a 1 miliardo di euro, dato che la società ha in carico le azioni ad un valore unitario di 1,5 euro. Ma la holding punta a ridurre l'onere grazie al disavanzo di fusione che emergerà dall'integrazione con Edipower.

Quanto peserà questa minusvalenza per le casse Sel? Probabilmente molto, ma i calcoli si potranno fare solo quando tutte le tessere del mosaico saranno al loro posto. Come detto, l'interesse industriale di Sel in questa partita è l'acquisizione del 40% di Hydros e del 42% di SelEdison, società partecipate dai francesi e che controllano in tutto nove centrali idroelettriche in Alto Adige.

L'intesa di massima raggiunta a novembre nell'ambito del riassetto Edison dava il via libera a questa operazione (anche se ne lasciava in sospeso la quantificazione economica): è da capire se anche l'accordo di ieri prevede che queste quote di minoranza dei francesi debbano essere cedute a Delmi, e quindi a Sel, o se la clausola è saltata. Domani è previsto un cda di Edison - al quale partecipa, come socio di Sel, ancora l'ex presidente Klaus Stocker - e subito dopo anche di Delmi: si conosceranno così tutti i dettagli. (m.r.)

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