Egna, 300 euro l’ora per sposarsi al Klösterle

La giunta comunale ha fissato le tariffe: i residenti pagheranno “solo” 200 euro Resta gratuito solo il rito civile in municipio. «Bisogna coprire le spese»


di Massimiliano Bona


EGNA. Trecento euro per un'ora: è questa la somma che la giunta comunale di Egna ritiene "adeguata" per sposarsi, ma solamente da aprile (complice la mancanza del riscaldamento) al convento-ospizio Klösterle di San Floriano, costruzione romanica del tredicesimo secolo, ben conservata e risanata dall'amministrazione della Bassa Atesina negli ultimi anni. Rispetto alle previsioni dei giorni scorsi (erano stati ipotizzati 150 euro) si tratta di una piccola stangata, soprattutto per i non i residenti. Chi vive ad Egna se la caverà con 200 euro, cifra comunque più che significativa, che consente al Comune di fare cassa e di approfittare di un trend in costante crescita, ovvero la celebrazione dei matrimoni non più in chiesa ma con rito civile e in una cornice decisamente più suggestiva.

Non si tratterà solo di matrimoni ma anche di unioni civili, come si evince da un passaggio della delibera, online da venerdì. «Nella sala “Cassa di Risparmio, al primo piano dell’edificio ex ospizio Convento a San Floriano, il matrimonio civile o l’unione civile potranno essere celebrati tutto l’anno, ma solo nelle giornate di giovedì, venerdì e sabato. La cerimonia dovrà avere una durata massima di un’ora».

Per motivare il contributo, a onor del vero piuttosto elevato, la giunta ricorda nella delibera di dover fare fronte alle spese per il personale (che dovrà predisporre la sala) ma anche per luce, pulizia e riscaldamento e ciò giustifica «il contributo spese».

Per chi vuole sposarsi civilmente senza spendere un euro c'è la possibilità del municipio in centro storico: basta che uno dei due, nella coppia, risulti residenti ad Egna. Per i non residenti il contributo richiesto, anche per sposarsi in Comune, sarà di cento euro. Sarà curioso verificare, alla fine del 2017, quanti soldi sarà riuscita a mettere da parte l'amministrazione comunale con il business dei riti civili.

L’impressione, peraltro, è che Egna non sia destinata a rimanere un esempio isolato. Anche Caldaro, che sfrutta il forte afflusso turistico, ha previsto un tariffario. Con prezzi più convenienti. Altri Comuni - complici bilanci sempre più magri - seguiranno a ruota.

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