Elisabeth Laimer sindaco a Tirolo ma senza un ufficio


Giuseppe Rossi


 MERANO. A distanza di quattro mesi dalla sua elezione, Elisabeth Laimer, nuovo sindaco di Tirolo, è forse l'unico primo cittadino dell'Alto Adige a non avere un proprio ufficio. Il suo predecessore, Ignaz Ladurner, sindaco per 25 anni, voleva così. Elisabeth Laimer è entrata attivamente in politica cinque anni fa, con un posto in consiglio comunale, ma mastica politica da una vita. Il padre è stato presente per decenni in consiglio comunale. La madre Hilde Gamper a Rifiano per alcune volte è stata la più votata dopo il sindaco ma non è mai riuscita a entrare in giunta. Il fratello, infine, è l'assessore provinciale Michl Laimer.  Sindaco, lei insomma ha sempre mangiato politica sin da piccola.  «Ho sempre vissuto in una famiglia che ha voluto partecipare attivamente alla vita del proprio paese».  Come mai è scesa in campo solo cinque anni fa?  «Prima la vita familiare non me lo consentiva».  Lei rischia di passare per essere l'unico sindaco senza un ufficio. Come ha reagito a questa strana situazione?  «All'inizio non ci credevo, poi ho capito le abitudini dell'ex sindaco. Assieme ai dipendenti del Comune abbiamo comunque trovato una soluzione. Devo ringraziare il comando dei vigili urbani che ha deciso di trasferirsi al piano inferiore lasciandomi l'ufficio».  Cosa le ha lasciato in eredità Ignaz Ladurner, escluso l'ufficio?  «Un Comune con persone molto collaborative, che credono nel loro lavoro. Un ottimo team. Ma anche i consiglieri comunali e la popolazione ho visto che mi sostiene. Lavorare in armonia dà molti stimoli in più».  Con un consiglio composto da 15 membri tutti Svp è facile, non crede?  «Non è detto che sia così facile se non esistono partiti di opposizione. E poi io credo che a contare sia il rapporto con le persone non gli schieramenti politici».  Qual'è stato uno dei suoi primi provvedimenti?  «Ho introdotto una mentalità manageriale. Abbiamo calendarizzato sedute di giunta e consiglio fino a fine anno, abbiamo ascoltato tutte le frazioni e il 16 novembre faremo la prima assemblea civica. Ogni giovedì sono a disposizione dei cittadini, dalle 6 alle 7 del mattino e dalle 10 alle 12».  Quanti l'hanno incontrata fino a oggi?  «Almeno 150 persone».  E senza ufficio come fa?  «Li accolgo nella sala riunioni. Il mio ufficio per ora è la mia borsa».  Centocinquanta persone in quattro mesi sono tante. Forse la gente aveva bisogno di essere sentita?  «In ogni caso io sono dell'idea che la gente va coinvolta sempre nelle scelte importanti. Per questo in novembre faremo la prima assemblea civica. Ne faremo ogni volta ci saranno temi da trattare. Non condivido l'opinione di chi dice sono stato eletto e ora per cinque anni decido io. Le scelte il sindaco le deve fare dopo averle condivise con i suoi cittadini».  Quali sono i temi importanti per Tirolo che lei deve affrontare?  «Dobbiamo rifare l'acquedotto vecchio di cent'anni, il marciapiede della Eichweg, l'attraversamento pedonale su via Principale. Dobbiamo trovare il modo di ridurre il traffico, magari con un parcheggio all'ingresso del paese. La Sasa deve rinnovare i bus, oggi vecchi e inquinanti. Dobbiamo vedere il progetto di trasformazione del seminario, questo sarà uno dei temi dell'assemblea del 16 novembre. Dobbiamo trovare una soluzione per San Pietro e per l'uso promiscuo auto/pedoni del sentiero».  Molti interventi e pochi quattrini?  «I soldi che la Provincia ci gira sono sempre meno, ma bisogna anche dire che nei casi di reale necessità ci hanno sempre aiutato. Pensi alle frane del 10 agosto. I lavori di ripristino sono già in stato avanzato».  

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