Escursionista muore travolto da una valanga in Val d'Isarco. Una vittima sul Pordoi

Joseph Vikoler, 42 anni, di Chiusa, trovato morto dai soccorritori: è stato travolto da una slavina sulla cima San Cassiano. Tragedia sul Pordoi: maestro di sci di Canazei muore durante un fuoripista. Da inizio stagione 22 vittime sulle Dolomiti



BOLZANO. Ennesima tragedia in alta quota in Alto Adige, causata dalle valanghe in una stagione che ha già visto decine di vittime sulle Dolomiti. Un uomo della Val d'Isarco, Joseph Vikoler (nella foto), 42 anni, di Chiusa, è morto in un'escursione scialpinistica sopra Latzfons, a cima San Cassiano.

Un altro incidente mortale si è verificato sul Pordoi, al confine tra Bellunese e Trentino: un maestro di sci di Canazei, Dimitri Rizzi, 38 anni, ha perso la vita in Val Lasties, nella stessa zona dove in dicembre c'erano state sei vittime, tra cui quattro uomini del soccorso alpino.

 È morto travolto da una valanga Josef Vikoler, 42 anni di Chiusa. Il suo corpo è stato trovato dai soccorritori parzialmente sepolto dalla neve nei pressi della cima San Cassiano di Lazfons. Martedì sera non era tornato a casa. Sono bastati pochi minuti di volo del Pelikan 2 sopra la zona della slavina - che si trova nel territorio comunale di Velturno - per individuare il corpo ormai senza vita di Josef Vikoler. Il 42enne, grande appassionato di sport e scialpinismo, era riverso a faccia in giù nella neve, dalle neve emergevano però le spalle e la schiena e quindi è stato facilmente notato dall’alto. Una volta atterrati sul posto, i soccorritori del Cnsas di Bressanone, in collaborazione con i colleghi del Brd e il medico d’urgenza non hanno potuto fare altro che constatare la morte dell’uomo.

 Vikoler aveva approfittato del suo giorno libero dal lavoro e, una volta smontato dal turno di notte come casellante presso l’A22 alla stazione di Chiusa, di prima mattina si era recato con la sua auto in solitaria presso l’arrivo della pista di slittino di Lazfons, da dove poi aveva proseguito a piedi e sci in spalla in direzione della cima San Bernardo. Una camminata di qualche ora tra sentieri e boschi per arrivare a quota 2.400 metri, dove si è consumata la tragedia. Josef aveva ancora gli sci in spalla quando una slavina con un fronte di 100 metri per 200 di lunghezza si è staccata dalla cima, investendolo in pieno. L’uomo è riuscito in qualche modo a cavalcare l’onda di neve, ma questo non gli è bastato per salvarsi la vita. Nessun testimone dell’accaduto. Il suo corpo è rimasto intrappolato in parte nel manto nevoso, lasciandolo con la testa rivolta verso il basso.
 
Solo in tarda serata, non vedendo l’uomo rincasare, i familiari hanno lanciato l’allarme ai carabinieri. Il 42enne chiusano infatti era solito fare orari sempre diversi, dedicando il suo tempo libero alle escursioni in montagna subito dopo essere smontato dal lavoro. La macchina dei soccorsi è partita inizialmente in direzione di Vipiteno, zona prediletta dall’escursionista ma, non trovando la sua auto, ogni tentativo è stato vano. Ieri mattina le ricerche si sono spostate nella zona di Chiusa e Lazfons ed è proprio qui che i carabinieri della locale stazione hanno individuato l’auto del Vikoler, un vecchio modello di Audi 80 station wagon.

 Da Bressanone si è così alzato in volo il Pelikan 2, con a bordo il medico d’urgenza e un gruppo di soccorritori del Cnsas e del Brd. Una volta sorvolata la cima di San Cassiano e del Plankenhorn, zona prediletta dai sci alpinisti, è stata individuata quasi subito la slavina e di seguito il corpo senza vita di Vikoler che affiorava dal manto nevoso. Una volta constata la sua morte, il feretro del 42enne è stato trasportato alla sala mortuaria dell’ospedale brissinese in attesa dei funerali

Sulle montagne del Trentino Alto Adige si sta concludendo una stagione decisamente nera per quanto riguarda le valanghe. Sono 22 le vittime di slavine da inizio dicembre nella regione.
L'incidente più grave, con sei morti, è avvenuto il 26 dicembre scorso nei pressi di passo Pordoi. La tragedia si era verificata di notte in val Lasties. Quattro uomini del soccorso alpino erano stati uccisi da una valanga mentre cercavano due turisti dispersi che, come si sarebbe saputo solo dopo, erano morti sotto un'altra slavina. C'è però anche chi è stato 'miracolato', come uno scialpinista che lo scorso 27 febbraio era stato estratto vivo dopo due ore da una valanga in val Sarentino. Un addetto agli impianti di risalita di San Martino aveva per caso visto la valanga inghiottire l'uomo sul altro versante della valle e aveva lanciato l'allarme.













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