Ferrovie: tre attacchi nel cuore della notte

Prese di mira le linee del Brennero e della Valsugana A fuoco sistemi di distanziamento e scambio. Pista anarchica


di Francesca Quattromani


TRENTO. Attentati nella notte alla rete ferroviaria della regione, sabotate la linea del Brennero fra Trento e Mezzocorona e la linea della Valsugana, a Civezzano e a Caldonazzo; in fiamme i sistemi di distanziamento dei treni e di scambio, gli incendi sono dolosi, trovato liquido infiammabile. Nessuna rivendicazione, si seguono tutte le piste, probabile quella anarchica.

Due i sabotaggi alla medesima ora, le 3.15, quando alla sala operativa Rfi di Verona è scattato l’allarme rosso sulla linea ferroviaria del Brennero e su quella della Valsugana, all’altezza di Civezzano nella galleria Albi. Bruciate le centraline elettriche, treni bloccati automaticamente, semafori rossi su entrambe le linee. Alle 12 il terzo allarme sulla ferrovia della Valsugana, bruciata la cassa di manovra per modificare gli scambi dei treni. La segnalazione da parte di un macchinista in transito. In questo caso, il fuoco non ha compromesso il sistema. Fondamentale l’intervento dei vigili del fuoco di Lavis, Trento, Pergine, Civezzano e Caldonazzo. Serrate le indagini da parte di Questura, Mobile, Digos, Scientifica, Polfer Carabinieri. Gli investigatori hanno raccolto sul posto numerosi elementi utili a risalire alla mano degli attentatori. Informata la Procura: in linea astratta le ipotesi di reato potrebbero essere pericolo di disastro ferroviario causato da danneggiamento e attentati alla sicurezza dei trasporti. Notevoli i problemi alla mobilità nei giorni dell’Adunata nazionale degli alpini: 24 treni regionali cancellati, 10 a circolazione limitata, sostituiti con autobus; 4 Frecce, 3 InterCity e 9 regionali con ritardi di oltre due ore. La circolazione sulla linea del Brennero Verona-Bolzano è ripresa regolarmente alle 14.

Lavis, linea del Brennero. Alle 3.15 scatta l’allarme rosso alla sala operativa Rfi di Verona. Sulla linea Bolzano – Verona segnalato un danno agli impianti di circolazione fra Trento e Mezzocorona. In fiamme le centraline e due pozzetti di ispezione del sistema di distanziamento dei treni. La linea si blocca automaticamente, fermi i treni passeggeri e i treni merci. La zona dell’attentato è all’altezza dei Sorni di Lavis, dopo la “Casa del cane”. Venendo da Trento, sulla sinistra, c’è una stradina che, dalla campagna, porta ad un sottopasso. Sopra passa la linea del Brennero. Si vedono chiaramente due centraline bruciate. Quello che ad una prima osservazione non si vede sono due pozzetti di ispezione del sistema di distanziamento dei treni. Sono completamente bruciati. Si tratta, nel complesso, del sistema di segnalazione della presenza dei treni sul tracciato. Quando questo sistema si blocca, significa che, ad un treno in transito, non viene segnalata la presenza del treno che lo precede. Bloccata la linea sul binario pari, la Bolzano – Trento fino alle 7.45. Sull’altro binario, in direzione nord, i treni circolano ma in alternanza ed ha velocità ridotta. Corse e treni cancellati, caos nelle stazioni della tratta, fra pendolarismo, alpini in arrivo, spostamenti turistici. Oltre due ore di ritardo per i treni in transito, la situazione è tornata alla normalità alle 14.

Civezzano, ferrovia della Valsugana, galleria Albi. Alle 3.15 scatta l’allarme rosso alla sala operativa della Rfi di Verona, danno al un sensore frane che segnala il pericolo di cedimenti. Da quell’ora in poi il macchinista deve viaggiare a vista. Le prime corse della Valsugana, dopo le 5 del mattino, vengono fermate. Raggiungere la zona dell’attentato non è facile, parliamo di un tratto di ferrovia scavato nella roccia, su uno strapiombo, all’altezza della Galleria dei Crozi, che poi si insinua nella montagna. Non ci si arriva con una passeggiata tranquilla, né tanto meno agevole. Ci si deve andare, su quel tratto di ferrovia della Valsugana. Un cammino impervio, nella notte, al buio, molto pericoloso. Si deve conoscere bene. La centralina che segnala il sensore frane è un monumento nero. Il suo mancato funzionamento non incide sulla corsa del treno, un diesel, ma è fondamentale per la sicurezza del transito dei treni sulla tratta della ferrovia scavata dagli austriaci nella roccia. La montagna è franosa, per questo ci sono arcate di cemento e paramassi, prima dell’arrivo in galleria. Per tutta la giornata la linea della Valsugana procederà a singhiozzo con notevoli ritardi, tra i 20 minuti e l’ora. La circolazione tornerà alla normalità alle 15.

Caldonazzo, ore 12, allertata la Digos per un intervento poco dopo la stazione ferroviaria in direzione Levico. Secondo quanto si è appreso, un macchinista in transito avrebbe notato una sistema bruciato accanto ai binari. Gli investigatori accertano che la cassa di manovra per modificare gli scambi dei treni è stata danneggiata. E’ stata bruciata ma il sistema non è stato compromesso e dunque non ha mai smesso di funzionare.













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