Frati etiopi a Egna per «salvare» lo storico convento

Crisi delle vocazioni, la struttura religiosa a rischio chiusura. Padre Bernhard: «Abbiamo chiesto aiuto all’Africa»


di Bruno To nidandel


EGNA. Saranno probabilmente dei frati provenienti dall'Etiopia, a salvare dallo smantellamento lo storico convento dei Cappuccini a Egna. Almeno così sperano il padre guardiano, Bernhard Frei, ma soprattutto la popolazione della Bassa Atesina, convinta di non potere fare a meno di questa struttura sia dal punto di vista religioso che storico e affettivo.

Ma da qualche anno a questa parte, alla crisi economica si è aggiunta anche una grave crisi di vocazioni e piano piano il convento di Egna ha perso le sue presenze di religiosi. Attualmente vi risiedono oltre al padre guardiano Bernhard Frei, Markus Kerschbaumer che presta la sua opera come cappellano all'ospedale di Bolzano e una religiosa dell'Ordine di San Vincenzo, suor Luise Weidacher, pedina indispensabile per la conduzione materiale della “casa”. Fino a due anni or sono c'era anche un religioso polacco, Christoph Kulczak, deceduto però nell'agosto del 2011 in un incidente di montagna. C'è quindi il pericolo che i responsabili per la provincia dell'Ordine dei Cappuccini, che comprende l'Alto Adige e l’Austria con 135 religiosi, decidano la chiusura del convento, come è avvenuto a Lana.

«In effetti siamo in pochi - dice sconsolato padre Bernhard - e il nostro convento è grande. Capisco anche i miei superiori, ma noi cerchiamo in tutti i modi di continuare la nostra opera a Egna. Abbiamo chiesto aiuto ad altri conventi di Cappuccini italiani senza però ottenere risposta. Un barlume di speranza arriva dalla lontana Etiopia, dove esiste un convento con 109 frati, alcuni dei quali potrebbero venire da noi. Sono giovani e parlano l'italiano. Porterebbero oltre a una ventata di giovinezza anche un bagaglio culturale diverso e per noi sarebbe un importante arricchimento».

Se il progetto con i frati etiopi dovesse andare a buon fine, quello di Egna diventerebbe un convento di lingua italiana con la presenza di un padre di madrelingua tedesca, appunto padre Bernhard. La struttura religiosa della Bassa Atesina rappresenterebbe anche l'unica presenza francescana italiana sul territorio altoatesino.

Il futuro del convento dei Cappuccini di Egna sarà discusso in febbraio durante un vertice dell'Ordine a Innsbruck. Evidentemente, la speranza è... la salvezza. Il convento di Egna è stato realizzato nel 1617 proprio nel centro del paese, a fianco del municipio, e da 16 anni a questa parte è aperto anche a ospiti non religiosi, in cerca di silenzio e riflessione di vita e di fede, per un periodo di tempo che va da una settimana fino a un mese. Queste persone che sfuggono dallo stress della vita moderna, sono alloggiate nelle celle dei frati e vivono, pregano e lavorano con loro. In estate poi il convento apre un eremo a Casignano a 1000 metri di altitudine, aperto a tutte le persone che desiderano trascorrere nella pace della natura un breve periodo. La “casa dei Cappuccini” collabora anche attivamente con la parrocchia di Egna: ogni giorno alle 9 del mattino viene celebrata una messa, mentre alla domenica alle 8 è proprio padre Bernhard a saliree sull'altare per una messa bilingue che ha molto seguito di fedeli.

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