Generazione Greta, 10mila km senza prendere l’aereo 

Il viaggio. Una coppia di giovani bolzanini ha girato l’Europa fino a Capo Nord usando solo il Flixbus e raccogliendo fondi per l’Aias


Alexander Ginestous


Bolzano. Quasi 10.000 km percorsi, zaino in spalla, perdendosi tra la natura incontrastata e lasciandosi avvolgere dal paesaggio che passo dopo passo mutava forma in un vortice di emozioni. Una pazza (ma neanche troppo) idea quella del bolzanino Luca Micaletto e della sua compagna di viaggio Frances Louisa Hargreaves, che soltanto con l’ausilio dei mezzi pubblici, e senza mai prendere l’aereo, hanno viaggiato l’Europa in lungo e largo per raggiungere Capo Nord partendo da Bolzano.

Il viaggio è durato 28 giorni, tra metà giugno e metà luglio, e la piccola impresa è stata documentata attraverso una pagina Facebook e Instagram dedicata.

«Il senso del viaggio? È il viaggio stesso». Un claim diretto e d’impatto che riassume molto bene il senso di questa spedizione, che ha però radici decisamente più nobili: grazie a questo viaggio il duo ha raccolto i fondi necessari per donare all’ Aias di Bolzano, associazione che propone attività di aggregazione a favore di ragazzi con disabilità, un viaggio a Venezia. Questo grazie anche all’importante appoggio che Luca ha trovato nella nota compagnia di autobus Flixbus che ha deciso di finanziare parte del viaggio. “Se ci siamo divertiti noi in questa esperienza, perché non regalare le stesse sensazioni anche agli altri?” riflette Luca.

Luca, come è nata l’idea di intraprendere questo viaggio?

Raggiungere il nord dell’Europa è sempre stato un mio sogno. Ho sempre ammirato la filosofia del viaggio sostenibile e sono riuscito a trovare il modo di sfruttare al massimo le potenzialità del mezzo pubblico. Mi piaceva l’idea di poter dire “un viaggio così sì può fare”, anche senza dover spendere chissà che cifre folli.

Come avete deciso l’itinerario?

Abbiamo cercato di toccare più capitali europee possibili, io avevo molti contatti in diverse città. Da Bolzano siamo arrivati a Budapest per poi salire a Varsavia, poi Vilnius, Riga e Tallin. Con il Polar Express abbiamo raggiunto Helsinki e ci siamo mossi in Scandinavia fino a raggiungere Capo Nord in Norvegia. Al ritorno siamo scesi a Copenhagen, passando per Amsterdam e poi in Germania. In mezzo, ovviamente, molte tappe minori.

Come è nata la collaborazione con il colosso Flixbus?

Tramite il mio lavoro sono riuscito a conoscere alcuni dei responsabili dell’azienda a cui ho proposto la collaborazione spiegando loro la mia idea. Erano entusiasti e hanno deciso di sponsorizzarci 28 tratte. Ci hanno dato un prezioso aiuto, contribuendo alla causa benefica e dimostrando che in Europa si può viaggiare anche così.

Come mai avete voluto aiutare i ragazzi dell’A.I.A.S ?

Spesso non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo ad essere ‘normali’. L’associazione vuole aiutare i ragazzi con disabilità facendoli sentire parte di un gruppo e nel nostro piccolo abbiamo voluto fare in modo che anche loro possano vivere le emozioni che abbiamo provato noi. C’è stata anche una banca che, in forma anonima, ha voluto dare un importante contributo.

Tornando al viaggio, quali città vi hanno impressionato di più?

Sicuramente Varsavia ed Osloci hanno affascinato molto, così come il villaggio dei cercatori d’oro a Tankavaara, in Finlandia. Sono tutti posti che ci hanno arricchito, specie quando si poteva ammirare come cambiava la fauna passo dopo passo. Penso sia questo il bello di questo tipo di viaggio, il poter vedere tutto il percorso dall’inizio alla fine.

Arrivati a Capo Nord cosa avete provato?

È stata una sensazione strana, perché ti senti davvero come se fossi in cima al mondo, come se dopo quel punto non ci fosse più niente, era pazzesco. Purtroppo non siamo riusciti a vedere il sole di mezzanotte ma arrivare fino a lì ne è valsa la pena.

Quali sensazioni vi lascia questa esperienza?

Sicuramente l’essere riusciti a provare sulla mia pelle cosa vuol dire “libertà”. Ricordo ancora bene il silenzio incredibile che ti avvolgeva lungo le strade deserte della Finlandia. È stato impagabile, non serviva avere cellulari o computer, bastavano i rumori della natura attorno a noi, chiudere gli occhi e sentirsi ricaricati.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













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