Gingko, le radici dei cinesi nati qui 

I giovani di seconda generazione: un’associazione per non dimenticare le origini


di Loredana Bertoli*


BOLZANO. “Ginkgo” è il nome di un progetto ideato come tesi di laurea da una studentessa cinese di nome Yan Su Wang, che sta conseguendo un master in Design Eco-sociale alla Libera Università di Bolzano.

Il ginkgo è una pianta, simbolo della tradizione cinese, che riporta alla tenacia, alla duttilità e al coraggio di un popolo. È questo il simbolo che Yan Su ha scelto per rappresentare il suo gruppo informale, composto per ora da otto membri, per parlare ai bolzanini delle proprie radici cinesi, ma ripiantandole idealmente a Bolzano, luogo in cui questi ragazzi di seconda generazione si sentono a casa.

Nei due anni passati Yan Su Wang ha avuto occasione di lavorare come insegnante presso la scuola di lingua dell’Associazione Commercianti Cinesi di Bolzano. Questa scuola, che insegna la scrittura e la pronuncia del cinese mandarino agli giovani di seconda generazione, le ha dato occasione di conoscere il mondo complesso dell’immigrazione, dell'accoglienza e dell'inclusione. Da questa esperienza nasce così “Ginkgo”, una tesi ed un progetto sociale allo stesso tempo, che attraverso l’organizzazione di eventi mira al dialogo transculturale. «È più importante - dice - fare capire alle persone la somiglianza tra le culture europee e quella cinese, per aiutarle a comprendere come la cultura cinese non sia una cosa del tutto altra e che quindi noi non siamo del tutto diversi». Molti dei ragazzi che fanno parte di “Ginkgo” sono cresciuti nel contesto bolzanino, parlano cinese con i propri genitori e italiano o tedesco con i fratelli, gli amici e a scuola: la cultura e le tradizioni con le quali sono cresciuti sono il frutto di un'educazione mista che dà loro la possibilità di sentirsi parte di due mondi, che poi tanto distanti non sono. Pensati per creare un dialogo su vari temi a cui ogni partecipante può portare il proprio contributo, nei mesi passati sono state organizzate due cene, la prima in occasione del San Valentino cinese e la seconda per celebrare la Festa della Nostalgia. Durante queste cene, i partecipanti hanno potuto dialogare su vari temi e capire le somiglianze tra la cultura europea e quella cinese. Spesso nel processo di integrazione i ragazzi cinesi cominciano a sviluppare una visione stereotipata di tutto quello che è la Cina, sentendo in alcuni casi il bisogno di accantonare le proprie radici culturali: ulteriore scopo di questo progetto è dimostrare come non sia necessario rinunciare a parte della propria cultura per potersi inserire nella comunità altoatesina. Anche se Yan Su e i ragazzi che condividono con lei questo percorso non sono ancora sicuri di poter riuscire a trasformare il progetto in un’associazione, è possibile comunque abbracciare questo sogno di inclusione andando partecipando alle proiezioni cinematografiche in programmazione o aderendo alle altre iniziative disponibili sulla pagina Facebook “Gingko.bz”.

* CoolTour













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