Gioco, decine di sale verso la chiusura

Giro di vite da gennaio. Stocker: amplieremo i divieti e ritoccheremo la legge: ai gestori dico di mettersi nei panni dei malati


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Dal primo gennaio 2016 in provincia di Bolzano chiuderanno (salvo sorprese) decine fra sale giochi e sale dedicate. Così come sono a rischio anche Bingo e sale scommesse. Resteranno aperti solo gli esercizi lontani dai luoghi sensibili, in un raggio di 300 metri. Scadranno, infatti, i cinque anni stabiliti per legge per riordinare il settore. La Provincia sta valutando se modificare la norma in modo tale da renderla inattaccabile anche in caso di eventuali ricorsi. Di sicuro l’assessore Martha Stocker a riguardo ha le idee piuttosto chiare.

«All’interno del gruppo di lavoro che si occupa di azzardo stiamo valutando attentamente la situazione e, in alcuni casi, abbiamo ravvisato la necessità di ampliare gli attuali divieti. Al centro devono esserci le esigenze dei malati di gioco e non quelle di chi guadagna con l’azzardo».

Bolzano, con questa legge, è un caso più unico che raro in Italia e c’è già chi prevede una fuga di massa dei gestori verso altre province e regioni. «Nel nostro piccolo - continua la Stocker - siamo già diventati un esempio da imitare, prova ne sia che Trento sembra seriamente intenzionata a copiare in tutto o in parte la nostra normativa in materia. Così come vorrebbe avere una struttura d’eccellenza per la cura dei malati come Bad Bachgart da affiancare ai Serd».

La Provincia sa bene che si tratta di una sorta di corsa contro il tempo: l’obiettivo, infatti, è quello di ritoccare la norma in vigore entro la fine dell’anno. L’alternativa è quella di prorogare l’attuale legge e prendere qualche mese in più di tempo per varare un pacchetto di misure a prova di ricorso. «Posso solo aggiungere - sottolinea la Stocker - che cercheremo di ridurre al minimo il numero dei luoghi in cui si potrà giocare».

Sui timori dei gestori di mettere sul lastrico un settore che garantisce centinaia di posti di lavoro (oltre 500 in tutta la provincia) la giunta ha le idee altrettanto chiare.

«Vorrei che i gestori, con grande serenità, si mettessero nei panni dei ludopatici. L’altro giorno, nel centro terapeutico di Rodengo, ne ho incontrato uno. E mi ha ringraziato per aver eliminato le slot dai bar, dove era solito spendere centinaia di euro. Questa testimonianza diretta mi è servita per capire che la Provincia di Bolzano è sulla strada giusta. Stiamo aiutando concretamente decine di famiglie che faticano ad arrivare a fine mese proprio a causa del gioco».

Se non sarà modificata o prorogata l’attuale legge entro il 31 dicembre la Provincia chiederà ai Comuni di ritirare decine di licenze.

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