Grandine e brina, i contadini della Bassa sono i più previdenti

Le coltivazioni locali sono quelle più coperte dalle reti La gelata del 2012 ha fatto impennare i premi assicurativi


di Bruno Tonidandel


TERLANO. Fino a metà maggio, cioè al periodo in cui in calendario sono inseriti i “Santi del ghiaccio”, incombe sulle colture, mele e uva principalmente, il pericolo delle gelate primaverili. Lo scorso anno è bastata una notte - il lunedì di Pasqua - per arrecare in Alto Adige danni ingenti soprattutto ai meleti. Per fronteggiare questo pericolo i frutticoltori possiedono l’arma dell’impianto antibrina e da pochi anni esiste anche la polizza di assicurazione. Proprio recentemente a Terlano, all’assemblea generale del Consorzio provinciale per la difesa delle colture agrarie dalle avversità atmosferiche, si è discusso a lungo su questa copertura dai danni causati dal gelo. Proprio per colpa della sfortunata notte della scorsa primavera, infatti, le compagnie assicuratrici hanno modificato sensibilmente la polizza con, quest’anno, condizionipeggiorative rispetto al 2012. Le tariffe sono aumentate del 25% ed è stato introdotto il cosiddetto “scoperto”, in pratica una ulteriore detrazione sull’importo indennizzabile.

Ma quali sono gli agricoltori che sottoscrivono la polizza gelo? Heinrich Huber, direttore del Consorzio, è preciso: «Nel fondovalle della Bassa Atesina i frutticoltori sono attrezzati con gli impianti antibrina; molti degli altri invece, proprietari di frutteti di collina, come ad Appiano o a Montagna ma soprattutto in Val Venosta (qui scarseggia anche l’acqua indispensabile per l’antibrina, ndr) sono quasi obbligati a sottoscrivere la polizza di assicurazione contro il gelo».

Ma il Consorzio si interessa anche degli altri nemici degli agricoltori: principalmente la grandine ma anche da altre avversità atmosferiche come per esempio le raffiche di vento, gli allagamenti e la siccità. E anche contro questi altri nemici dei frutticoltori è possibile, da pochi giorni, sottoscrivere delle polizze che rendono meno agitato il sonno della gente rurale.

Ma vediamo qual è la situazione sul territorio altoatesino per quanto riguarda la grandine, aiutati dal direttore del Consorzio di Terlano. Dei 18.800 ettari coltivati a mele, solo 4.500 sono coperti dalle reti. In questo i frutticoltori della Bassa Atesina sono i più previdenti: ben il 40% dei frutteti in questa zona è dotato di reti antigrandine, seguiti da quelli del Burgraviato con il 30% mentre in Val Venosta, forse a causa della frequenza di vento forte, i meleti protetti raggiungono solo il 5%. I rimanenti 13.200 ettari di frutteti, non coperti da reti, sono tutelati da polizza antigrandine. In caso di grandinata, l’uva resiste meglio alla furia dei chicchi ghiacciati, di conseguenza i viticoltori non solo non coprono le colture con le reti ma anche sono restii a sottoscrivere polizze assicurative. Dei 5.300 ettari coltivati a viti in Alto Adige, solo 3.300 sono coperti dall’assicurazione.

A parte le mele e l’uva, sul territorio altoatesino vengono coltivati anche i piccoli frutti (lamponi, more, ribes), fragole, cavolfiori, radicchio, per un 1 - 2% delle colture, che hanno così, dal punto di vista assicurativo, importanza limitata.

«Noi assicuriamo - dice Huber - un capitale limitato che raggiunge i 5 milioni di euro».

Un’altra novità, quest’anno, a favore dei frutticoltori, riguarda l’inserimento nel pacchetto delle avversità atmosferiche, anche del colpo di sole che danneggia soprattutto le mele delle varietà di colore rosso e le Granny Smith.

«Si tratta - dice Huber - di una garanzia aggiuntiva che aiuterà però al raggiungimento della soglia minima della franchigia. A parte gli ingenti risarcimenti dovuti ai ritorni di freddo l’annata 2012 non è da considerarsi catastrofica. Le compagnie di assicurazione hanno risarcito la somma di 20 milioni di euro a fronte dei 44 milioni del 2011, mentre sono stati pagati premi, da parte degli agricoltori, per 6,5 milioni».

L’assicurazione delle colture quindi conviene ancora.

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