Gries, ciclabile pericolosa dietrofront del Comune

Via Vittorio Veneto: eliminate segnaletica orizzontale e isola spartitraffico Rimane il nodo del tratto verso la piazza: il più pericoloso della città


di Davide Pasquali


BOLZANO. Marciapiede davanti alla macelleria Grünberger di via Vittorio Veneto: il Comune si è reso conto del notevole disagio creato dalla nuova viabilità mista, bici/pedoni, e ha fatto marcia indietro soltanto pochi giorni dopo l’apertura. Cancellata la segnaletica orizzontale, eliminata l’insensata isola spartitraffico nel bel mezzo del marciapiede. I ciclisti, però, ora attraversano via Vittorio Veneto su ciclabile, dopo aver attivato il costoso nuovo impianto semaforico su chiamata, ma poi piombano nel nulla: sul marciapiede esclusivamente pedonale... Intanto, almeno dalle 7.30 alle 9 del mattino e alla sera, la via è diventata un delirio di traffico, code su code, rallentate da un incrocio farraginoso gestito da due semafori di fila, installati nel giro di pochi metri, dove in passato c’era solo un semaforo lampeggiante. E rimane comunque assolutamente irrisolta la criticità maggiore: il nodo del transito a pedali fra Grieserhof e piazza Gries, uno dei tratti ciclabili in assoluto più pericolosi dell’intera città, che a suo carico conta anche incidenti mortali.

Da settimane a Gries ciclisti e pedoni hanno un’estrema difficoltà a comprendere come ci si debba regolare. Negli ultimi tre anni, dopo la realizzazione della ciclabile monca dal San Maurizio alla piazzetta Crocifisso, non si sapeva come fare ma, con un po’ di coraggio, in bici si arrivava da piazza Gries e per andare all’ospedale ognuno andava a prendere la ciclabile, traversando a sinistra a suo rischio e pericolo, dove riteneva fosse meglio: via Fucine o via Rio Molino o via Eisenkeller. I pedoni, invece, attraversavano tranquilli al semaforo di Grünberger. Decisamente peggio andava per chi arrivava dall’ospedale. Dopo due chilometri di pista su sede protetta, ecco un incrocio indecifrabile, con la ciclabile che terminava improvvisamente sulle strisce pedonali, in un incrocio semaforizzato in cui si era scordato di semaforizzare l’uscita da via Rio Molino. Ergo, continui litigi auto-bici-pedoni, parolacce, scontri.

Poi si è tentata la svolta: di recente si sono prima montati dei semafori in più, rimasti accesi ma coperti per settimane da sacchetti d’immondizia neri. Poi si sono regimati i marciapiedi con dei nastri plastificati rosso-bianchi di cui nessuno comprendeva e tutt’ora comprende il significato. Compresi i poveri nonni vigili in servizio in loco tutti i santi giorni. Poi si è disegnata una nuova segnaletica orizzontale all’uscita di via Rio Mulino e all’imbocco con via delle Fucine. Complessa, di difficile lettura. A seguire sono comparse due isole spartitraffico; la prima, pericolosissima, su via Vittorio Veneto. Bella in mezzo fra ciclabile e strada, dopo pochi giorni è stata centrata da qualche auto e fatta girare completamente: saltate viti e bulloni, è finita di traverso fra ciclabile e strada. Peggio ancora l’isola spartitraffico sul marciapiede davanti alla Grünberger. I pedoni e i ciclisti traversavano grazie al semaforo su chiamata, ma poi finivano su un marciapiedi largo poco più di un metro a disposizione sia di camminatori che di pedalatori con in mezzo un enorme spartitraffico giusto all’uscita della macelleria. L’intento, probabilmente, era nobile: consentire ai bimbi l’accesso in bici alle scuole Rosmini. Deleterio però il risultato: scontri fra clienti in uscita dalla macelleria, pedoni e bici (elettriche) in entrambe le direzioni.

A Gries, in tanti si domandano perché mai non si esproprino cinque terreni privati e uno pubblico per terminare la ciclabile verso piazza Gries sul lato destro salendo. Rimarrebbero forse cento metri di strettoia, lungo la quale basterebbe imporre, come normalmente d’uso per esempio in Germania, la precedenza alle bici.













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