Huawei, al Polo tecnologico con... furore

Il colosso cinese delle telecomunicazioni sarà la punta di diamante della nuova cittadella hi-tech



BOLZANO. Perché Huawei, il colosso con gli occhi a mandorla, 370 miliardi di dollari di fatturato, 130 miliardi di utili, l'impero cinese delle telecomunicazioni ache dal suo quartier generale di Shenzhen guida un'armata di 85 mila ingegneri e 180 mila dipendenti, un giorno decide di venire a Bolzano? E di chiedere un posto al Polo Tecnologico? Il merito è di Alperia. Che, per riempire di possibilità operative la rete in fibra ottica che porterà Bolzano a diventare una delle prima Smart city d'Italia, aveva pubblicato un bando per la fornitura del materiale. «Detto in parole povere - spiega Sergio Marchiori (nella foto), ad di Alperia Fiber - la fibra è come un sistema di tubazioni idrauliche che portano acqua in giro per il territorio, ma ci vogliono poi le pompe e tutti gli altri apparati per farla viaggiare». All'offerta di gara di circa due milioni di euro ha risposto Huawei. Che di questi materiali, l'hardware per “illuminare” la fibra e far arrivare le sue opportunità nelle case, è uno dei produttori leader. Uno dice: ma per quale ragione una azienda mondiale che fattura miliardi si è impegnata in una impresa apparentemente così sottodimensionata rispetto ai propri potenziali livelli operativi? «Perché è un progetto vergine, con grandi standard di partenza, che consentirà a Huawei di costruirsi una sorta di show-room su scala Europea per mostrare come si realizza un progetto Smart in un piccolo territorio ma strategico, perché a cavallo tra mondo economico tedesco e italiano». I cinesi hanno dunque pensato: Bolzano può essere una vetrina. Naturalmente, oltre alla qualità territoriale, c'entra anche Alperia. Che, rispetto agli altri grandi "player" che si servono per le proprie attività in rete del supporto tecnologico di Huawei, come Telecom, Vodafone e tanti altri, possiede una qualità abbastanza rara: è un soggetto economico piccolo ma agile, possiede un retroterra anche politico solido in termini di attività e relazioni, ed è giovane. È cioè partito già con la tecnologia 4.0, non ha necessità di attuare radicali innovazioni e riqualificazioni di materiali e reti perché non ha la storia e i percorsi anche accidentati degli altri gestori. «Il nostro evidentemente - continua Marchiori- era un prodotto compatibile, cioè già in grado di aumentare il proprio parco di utenze senza dover rifare tutto. Si muove su un sistema di fibra "fresco" , e può passare dai 4mila utenti oggi, ai 100mila già domani. Perché l'obiettivo è di servire con il nuovo velocissimo sistema comunicativo l'88% della popolazione altoatesina». Motore visibile di questo scenario è "Bolzano Smart", progetto che consentirà alla città di passare in un'altra dimensione: web in ogni casa, servizi attivabili personalmente ma gestibili centralmente. Come l'assistenza anziani, l'illuminazione urbana costantemente sotto controllo senza uso di centraline, risparmio energetico e tante altre funzioni. Il risultato di questa attivazione Huawei da parte di Alperia, tuttavia, non è solo la collaborazione operativa ma il fatto, economicamente e politicamente strategico, che il colosso cinese e in particolare la sua consociata italiana, si installeranno a Bolzano. E lo faranno in via Volta, occupando il primo «modulo» che dal corpo centrale del Polo tecnologico aprirà verso sud la strada al nuovo insediamento delle aziende private che collaboreranno con le istituzioni di ricerca pubbliche che troveranno invece posto nel Black Monolith , con uffici e ricercatori. Huawei al Polo significa che la Lub, l'Eurac, CasaClima potranno lavorare fianco a fianco, sperimentare, attivare sinergie, usare reti di relazioni con uno dei colossi mondiali delle telecomunicazioni. Avere un immediato interfaccia rispetto a dinamiche non solo italiane o europee ma globali. (pc)













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