I 5 Stelle aspettano le regole sui candidati 

Esclusi i consiglieri comunali e chi ha superato i 2 mandati. Probabile ritorno dei nomi delle politiche



BOLZANO. Il Movimento 5 Stelle altoatesino aspetta dai vertici nazionali le regole per le candidature alle provinciali. «Così possiamo iniziare a lavorare», racconta Francesca Schir, la consigliera meranese che nei giorni scorsi ha partecipato a una riunione a Roma su questo tema. Paul Köllensperger ha rotto con il movimento, fondando una sua lista, proprio per avere mano più libera nella scelta dei candidati. Francesca Schir annuncia che per certo i candidati locali verranno scelti attraverso la piattaforma Rousseau, tra chi a sua volta è iscritto alla piattaforma stessa. Salvo sorprese, non potranno candidarsi eletti del M5S arrivati al secondo mandato, come la consigliera comunale Maria Tersa Fortini, e in generale tutti i consiglieri comunali, come Francesca Schir, molto apprezzata. È probabile allora che vengano proposti sulla piattaforma, tra l’altro, alcuni dei candidati alle elezioni politiche, come Diego Nicolini e Francesca Morrone. Entrambi hanno preso posizione. In un posto Francesca Morrone, ribadisce la stima verso Köllensperger: «Il M5S perde con Paul Köllensperger un pezzo importante, ma non insostituibile perché saprà presentarsi al voto di ottobre con persone tenaci e capaci di interpretare le idee del Movimento e le azioni già iniziate dalla precedente legislatura in consiglio provinciale. In questi 5 anni Paul Köllensperger ha potuto contare sul lavoro e sulle competenze di molti attivisti che lo hanno affiancato. Quegli attivisti saranno i candidati di domani che si presenteranno al voto e che godono della fiducia e della stima dello stesso Paul». In un lungo intervento Nicolini scrive tra l’altro: «Quello che posso criticare a Paul, che lascia inalterato il mio giudizio positivo nei suoi confronti come persona, non è tanto che in questi anni non sia riuscito a convogliare più consenso nell'elettorato della sua madrelingua, che probabilmente per larga parte è radicata e permeata dalla pregiudiziale sui partiti italiani, ma che non sia riuscito ad attirare e far crescere almeno una cerchia di persone preparate ed altrettanto in gamba del suo ambiente verso il M5S». Ancora Nicolini: «Forse questo è stato il suo limite, oltre alla effettiva poca disponibilità a livello nazionale di comprendere un ambiente complesso ed estremamente sensibile come il nostro, ma era realisticamente molto improbabile che ci potessero essere eccezioni alle quattro regole di numero che abbiamo nel M5S».













Altre notizie

Attualità