I 90 anni di Suor Teresina  istituzione delle Marcelline 

Quarta di nove figli, da bambina accompagnava tutti i giorni la mamma a messa «La mia non è stata una scelta... una strada da percorrere. È venuto tutto da sé»


di Ella Podini


Suor Teresina festeggia oggi 90 anni. Un’autentica istituzione delle Marcelline ed una colonna portante per generazioni di ragazze e ragazzi che hanno avuto la fortuna di conoscerla come insegnante.

La nipote, Ella, ne traccia un affettuoso ritratto che pubblichiamo.

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Suor Teresina compie oggi 90 anni. La guardo e mi sembra che ne abbia 60 al massimo, non tanto per il suo aspetto fisico, quanto per la freschezza che traspare da tutto il suo essere. Ha il suo usuale sguardo sorridente e sereno e un lieve sorriso (proprio solo dei saggi) sulle labbra. É una dei pochi esseri umani che emana un’aura ieratica, si può dire di lei che “è nel mondo”, ma non è mai stata “del mondo”: sa di aver percorso un lungo cammino sulla terra e aspetta con serenità la fine di questa vita terrena, “perché la vera vita deve ancora iniziare”. Non nomina mai Dio o la religione, eppure tutto il suo essere esprime la sua sostanza divina, il suo stare al di sopra delle cose, la cosiddetta “povertà di spirito” che è propria dei figli di Dio.

Le chiedo se in vita sua ha mai avuto dei dubbi sull’esistenza di Dio, se si sia mai pentita della sua scelta; mi guarda sorridendo, e con semplicità mi dice: “Ma no, è venuto tutto spontaneo, sono sempre stata fresca e rugiadosa”.

Penso tra me che rugiadosa è un bell’aggettivo per descriversi: la rugiada si appoggia lievemente sulla natura e non la prevarica, non la copre, la abbellisce e la rende brillante. Come dovrebbero essere tutte le persone: lievi e non prevaricanti, che trasmettono gioia e bellezza.

Alle mie domande risponde con una lucidità che io non ho, pur avendo quasi 40 anni di meno. Si racconta e nel suo raccontarsi non c’è mai un porsi al centro delle cose, come oggi siamo abituati a sentire.

Ha capito da lungo tempo che siamo solo sabbia (o polvere) e che il nostro essere qui deve essere un dono per gli altri.

Quarta di nove figli, fin da bambina accompagnava tutti i giorni la mamma a messa. Quando comunicò alla sua famiglia che avrebbe voluto farsi suora, tutti dissero: “ma lo sapevamo già che questa era la tua vocazione”; lei capì allora, e oggi lo conferma, che la sua non è stata una scelta, ma una strada da percorrere “è stato tutto e semplice, non avrei potuto fare diversamente”, afferma. In quel momento penso che lei rappresenti quello che sento in chiesa e non sempre comprendo: è Dio che ti sceglie, la fede è un dono, una grazia. Ma penso anche che per gran parte delle persone quella di Dio sia una ricerca continua, che passa attraverso momenti di grande incertezza e comprendo finalmente la parola “anima eletta”. Ecco, Suor Teresina è un anima scelta da Dio, perché attraverso la sua persona potesse venirci del bene e della grazia. La ammiro e un po' forse la invidio per questo suo essere così “sostanza”.

Ha frequentato le elementari e le medie alle Marcelline; dopo la quarta ginnasio, a causa dei bombardamenti sulla città, tutta la famiglia sfollò a Daiano. Tornati a Bolzano, dopo la fine della guerra, ha frequentato la quinta ginnasio del liceo classico e “il 3 ottobre 1946, che era anche il compleanno di mio papà, sono entrata nel convento delle Marcelline. Avrei dovuto fare, con l’accordo dei mie genitori, 15 giorni di prova e poi tornare a casa. Ricordo che mi accompagnò la mamma e quando la salutai, vidi che piangeva. Da quel momento sono sempre stata nel convento e non sono più tornata nella mia casa. Dopo un anno ho preso i voti provvisori di castità povertà e obbedienza, li ho rinnovati per tre anni e il 13 settembre 1951 ho preso i voti perpetui. Io mi chiamo Teresa, mi diedero il nome di Suor Teresina (in onore a Santa Teresa di Lisieux), perché la madre superiora si chiamava Teresa ed avrebbe potuto creare confusione che ci fossero due sorelle con lo stesso nome. Ho sempre avuto nel cuore il desiderio di seguire Gesù e di aiutare il prossimo, io penso che ognuno che si avvicina a noi è sempre un dono del Signore e se non riusciamo a vedere la sua bellezza, è a causa nostra”. “Sono sempre stata a Bolzano - mi racconta - e questa per me è stata una grazia del Signore, perché qui abita tutta la mia famiglia di origine e ho potuto sempre vedere e incontrare i miei fratelli con le loro famiglie e anche i figli dei miei nipoti. Dal 1950 al 1960 ho insegnato all’asilo, poi nel 1960 ho preso il diploma magistrale e da allora ho sempre insegnato e sono stata per tanti anni preside delle scuole medie. Anche ora, qualche volta, aiuto o sostituisco le maestre, mi adopero affinchè tutto funzioni. Quando vengono le mamme a prendere i loro bambini alla fine delle lezioni, vedo che sono state mie alunne e qualche volta mi è capitato anche di vedere la nonna dei bambini, e anche lei è stata mia alunna. Una signora, qualche tempo fa, mi ha detto una cosa che mi ha anche imbarazzata e cioè che alla parola Marcelline si associa immediatamente Suor Teresina. A me è sembrato un po’ eccessivo, eppure non posso negare che ho passato una vita intera qui, in questa che è la mia casa e dove vive anche mia sorella, Suor Elena, il mio legame forte con la famiglia. Ho sempre avuto, sin da ragazza - continua Suor Teresina - il desiderio di arricchire il mio sapere; quando potevo, frequentavo dei corsi di aggiornamento, dove apprendevo nuovi metodi di insegnamento. Durante l’estate, noi sorelle andavamo nella casa di ritiro delle Marcelline al passo della Mendola; per me era una gioia, perchè l’Università Cattolica di Milano organizzava dei seminari e dei corsi aggiornamento e potevo così frequentare quelle lezioni. Ero felice di imparare, pensavo a ciò che di nuovo avrei potuto insegnare ai miei alunni.”

Le chiedo, infine, se c’è qualche brano delle Sacre Scritture al quale è più affezionata. Mi risponde che “non c’è una parola del Signore che non mi entusiasmi, dalla prima Lettura ai Salmi e ogni giorno ricevo un incoraggiamento e un insegnamento nuovo.”

Le chiedo se è contenta che la festeggeremo oggi, si schernisce dicendo che non vorrebbe una festa per i suoi 90 anni: “Mi imbarazza essere al centro dell’attenzione”, ma visto tu sei testarda, so che la festa ci sarà e allora “ho preparato per tutte le persone che verranno dei bigliettini con dei Salmi del Signore, ognuno pescherà il suo bigliettino e vi troverà una parola dedicata proprio a lui, perché è così che ci parla il Signore, se siamo capaci di ascoltarlo”.

Dopo questa bella chiacchierata vuole mostrarmi degli acquisti che ha fatto con un piccolo dono che le ha lasciato un parente. Andiamo in chiesa e mi mostra con orgoglio, come se fosse casa sua (ma in effetti lo è, casa sua) un bellissimo tappeto a corsia che porta all’altare, una tovaglia di damasco bordeaux con il pizzo da lei ricamato sull’altare della Madonna e tre candelabri che le ha regalato sua sorella. E poi aggiunge timidamente che qualche volta fa delle offerte per le malattie del cancro “perché la mia mamma è morta giovane di tumore”. Ma anche due porte da calcio semiprofessionali per i bambini, che sono sempre nei suoi pensieri.

Penso alle Beatitudini e capisco che lei le incarna tutte: dalla misericordia alla purezza del cuore, dall’essere un’operatrice di pace (sono sicura che Suor Teresina non abbia mai litigato con qualcuno nel corso della sua lunga esistenza) all’essere figlia di Dio e infine che come i miti “erediterà la terra”.

Come nipote non posso che esprimere la mia riconoscenza più grande a questa zia, a questa suora per avere colmato la mia esistenza di conforto nei momenti difficili della mia vita, di avere aiutato tutti i miei figli e spesso anche i loro amici con le lezioni pomeridiane di matematica e con il catechismo e come me sono certa che tutte le persone che l’ hanno conosciuta e frequentata abbiano tratto da lei l’insegnamento più grande: la vita è un dono e noi abbiamo il dovere di rispettarla con il nostro fare quotidiano.

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