alle scuole rodari - fermi

I genitori a lezione di «internet sicuro», per riuscire ad orientare i figli

BOLZANO. La bussola vera è strumento da tenere in mano, quella del web va tenuta bene in testa. Insegnarlo ai propri figli diventa compito specifico dei genitori. Orientare i giovanissimi su un...



BOLZANO. La bussola vera è strumento da tenere in mano, quella del web va tenuta bene in testa. Insegnarlo ai propri figli diventa compito specifico dei genitori. Orientare i giovanissimi su un terreno che conoscono meglio, oggettivamente, non è affare facile e la formazione diventa fondamentale. Nasce così la richiesta dei genitori dell’Istituto Comprensivo della scuola primaria Rodari e secondaria Fermi di Bolzano di un incontro con la sezione locale della polizia postale. Desiderio esaudito l’altro pomeriggio in un’affollata conferenza con gli agenti Corrado Palmarin e Michele Pecoraro. Focus immediato, e non potrebbe essere altrimenti, sulla pedo pornografia. «È importante far capire ai ragazzi che la trasmissione di qualsiasi immagine di parti intime può rientrare in questa categoria. Sembra una banalità, ma spesso si trasmettono fotografie equivoche senza rendersi conto della gravità». Attenzione, poi, alla frontiera del cyberbullismo: «Spesso gli studenti pubblicano in rete foto di altre persone con fotomontaggi. Noi lo sconsigliamo sempre, anche per semplici scherzi. In ogni caso è bene sapere che l’anonimato di internet non è sempre così garantito».Le nuove applicazioni però, stanno complicando il quadro: «Con Facebook riusciamo abbastanza a collaborare – precisa Palmarin – tuttavia con sistemi come What’s App o Ask diventa davvero complesso. E’ una delle nuove frontiere da affrontare e su cui prestare grande attenzione». Prima ancora di entrare nella rete però, è bene porsi nel modo giusto verso la tecnologia.

«Il primo rischio in assoluto – spiega Pecoraro – è quello di scindere la vita reale da quella virtuale. Quello che viene fatto nel web ha delle ripercussioni nel quotidiano e le due esistenze vanno vissute in giusto equilibrio». In questo caso la parola magica è “indirizzo Ip”. «Si tratta di un codice a quattro blocchi che viene abbinato all’utenza privata permettendo una tracciabilità delle azioni individuali in rete. Non c’è quell’anonimato assoluto che i giovani tendono a dare per scontato in internet». Piedi di piombo anche per quanto riguarda la concessione dei dati personali e dei post.

«La maggior parte delle volte queste informazioni vengono custodite all’estero, dove vigono regole differenti da quelle italiane. E’ importante accertarsi sempre che ciò che viene immesso nella rete possa anche essere tolto con uguale facilità». Per verificare l’attendibilità di un sito può essere utile il portale “Whois.net” che svela in riferimenti geografici e di proprietà. Contare fino a tre, dunque, prima di inserire qualsiasi contributo, fotografie in primis. (a.c)













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