I pellegrini altoatesini e i lama conquistano anche papa Francesco 

Ieri mattina in Vaticano il Santo Padre s’è avvicinato ai tre ha ammirato gli animali e scambiato qualche battuta


di Paolo Tagliente


BOLZANO. Missione compiuta: Roma conquistata. Tranquilli, nulla di violento. A conquistare la Capitale, nella maniera più pacifica e gioiosa, sono stati i tre altoatesini Thomas Burger con il nerissimo lama Buffon, Walter Mair, titolare del Kaserhof a Soprabolzano e allevatore di lama e alpaca, con il lama Shaquiri, e Thomas Mohr, avvocato con studio a Monaco, che alla briglia teneva Tiento. Partiti a piedi da Bolzano alla volta dell’Urbe il 20 febbraio scorso, i tre amici, dopo aver percorso la via Romea Germanica - antica strada simbolo della cristianità che si snoda lungo la Germania, l'Austria e l'Italia, terminando nel cuore di Roma - sono arrivati all’ombra del Colosseo in anticipo rispetto ai programmi. E se durante il loro viaggio erano stati accolti ovunque come delle star, con sindaci e comitati d’accoglienza praticamente ad ogni tappa, a Roma è andata anche meglio. Già martedì, per tutta la giornata, il particolare sestetto è stato oggetto di enorme curiosità, sia da parte dei romani che dei turisti, e immortalato dai telefonini e dalla macchine fotografiche di centinaia di persone in tutti i luoghi “cult” della città eterna. Anche i media nazionali e stranieri si sono occupati dei tre pellegrini e dei lama. Ma il fascino esotico dei tre maestosi lama argentini non ha risparmiato nemmeno il Santo Padre che ieri, nel corso dell’udienza del mercoledì, è rimasto visibilmente colpito dalla presenza dei tre animali originari della “sua”Argentina e ha scambiato anche qualche battuta con i tre pellegrini. «L’udienza con Papa Francesco – spiega Walter Mair, la cui gioia è perfino superiore all’infinita stanchezza accumulata durante il viaggio – era l’ultimo, più importante momento del nostro pellegrinaggio. Con noi, come regali per Sua Santità, avevamo portato una papalina e un paio di calze realizzate a mano con lana di alpaca. Qualche settimana prima della nostra partenza – spiega Walter – avevamo scritto al vescovo Ivo Muser, spiegandogli del nostro pellegrinaggio e chiedendogli di intercedere per un incontro con il Papa. Dopo un po’, ci è stato comunicato che avremo potuto partecipare all’udienza e che saremo stati in prima fila. Ma è andata anche meglio! Molto meglio! Eravamo ancora più avanti della prima fila – prosegue Mair – e quando Papa Francesco ha sentito parlare dei lama, s’è avvicinato a noi senza esitazione. È stata un’emozione grandissima. Ancora adesso stento a credere che sia accaduto». Un incontro indimenticabile che resterà di certo per sempre nei cuori dei tre pellegrini. Martedì, invece, avevano incontrato il dimissionario presidente del consiglio Paolo Gentiloni, ad esempio. Ma anche in questo caso non c’è stato nulla di occasionale. «Lo scorso anno – rivela Mair – s’è fermato a mangiare da me a Soprabolzano. In quell’occasione, abbiamo parlato un po’ e gli ho detto che era mia intenzione scendere a piedi a Roma con due amici e tre lama. “Quando scendi, chiamami” mi ha detto. E io l’ho chiamato». E Gentiloni ha risposto. Ma c’è anche una Roma calcistica a cui non è sfuggito l’arrivo dei tre pellegrini, proprio nel giorno in cui la squadra giallorossa si rendeva protagonista di un’impresa epica, ribaltando il 4 a 1 subito all’andata, rifilando tre reti ai blaugrana del Barcellona e conquistando la semifinale di Champions League dopo 34 anni. Tre altoatesini, tre lama, tre reti. Il mondo del calcio è molto superstizioso e se la cosa dovesse arrivare alle orecchie del presidente Pallotta, c’è il rischio che i tre amici altoatesini vengano chiamati nella Capitale ogni volta che i giallorossi saranno chiamati a una partita importante.













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