Il governo taglia del 60% i fondi per i migranti 

L’assessore Repetto: «Del 1 milione e 770mila euro per progetti d’integrazione a Bolzano ne arriveranno solo 600mila». Librera: «Vanno rivisti i programmi»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Un milione e 770 mila euro: è questa la somma, originariamente destinata al Comune di Bolzano, per progetti di integrazione dei migranti. Ne arriveranno solo 600 mila. Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio, ieri ha avuto la certezza che l’aria è cambiata con l’arrivo di Salvini al Ministero dell’interno». L’assessore Sandro Repetto sapeva che un taglio sui fondi destinati dall’Unione europea all’Italia per il biennio 2019-2020 ci sarebbe stato, non pensava però che sarebbe stato nell’ordine del 60%. Ne ha avuto la certezza ieri in occasione dell’incontro organizzato a Roma dall’Anci al quale ha partecipato anche Carlo Alberto Librera, direttore della ripartizione servizi alla comunità locale.

In base ad un accordo tra ex premier Paolo Gentiloni e Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, all’Italia sarebbero dovuti arrivare 32 milioni da destinare appunto a progetti di integrazione dei migranti. Il Comune di Bolzano era stato scelto assieme ad altri diciannove per favorire l’inclusione attraverso interventi a livello lavorativo, oltre che abitativo e di unità di strada in grado di intercettare coloro che stanno fuori dalle strutture.

«Dei 32 milioni concordati - spiega Repetto - ai Comuni ne arriveranno solo 10-12».

E gli altri?

«È quello che abbiamo chiesto e la risposta è stata che andranno a potenziare le commissioni territoriali - competente per l’Alto Adige è Verona - che devono esaminare le domande e stabilire se un migrante ha diritto o meno ad ottenere l’asilo. Le richieste sono tante e i tempi delle risposte si aggirano intorno ai dodici-quindici mesi; a cui si aggiungono altri mesi in caso di ricorso. Ci siamo tutti lamentati, perché quei soldi erano importanti per avviare progetti in grado di favorire l’integrazione attraverso il lavoro e una migliore sistemazione abitativa. Il Comune di Milano ha fatto presente di aver offerto tre dipendenti per accelerare i lavori delle commissioni e di essersi sentito rispondere che non servivano. La verità è che dopo aver chiuso i porti, adesso si tagliano anche questi progetti».

La drastica riduzione dei fondi impone una revisione dei programmi: «Dovremo - dice Librera - rimodularli in base alle nuove disponibilità economiche. Ci arriveranno 600 mila euro in due anni che, molto probabilmente, verranno destinati a migliorare le condizioni abitative delle fasce più vulnerabili».















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