Il maestro pedofilo ci ricasca, migliaia di video e foto nel pc

Irruzione della polizia postale in casa. Era stato già condannato per abusi sugli alunni. L’avvocato: «È pentito, si sta facendo curare da uno psicologo». L’inchiesta è partita da Roma


di Susanna Petrone


BOLZANO. Non è riuscito a trattenere i propri istinti e ha acquistato on-line centinaia e centinaia di fotografie che ritraggono bambini molto piccoli vittime di abusi: il maestro che tre anni fa era finito nella rete degli inquirenti perché accusato di atti di pedofilia in classe ai danni dei propri alunni, ora deve rispondere di possesso di materiale pedo-pornografico.

L’inchiesta è partita l’anno scorso. Gli agenti della polizia postale di Roma erano sulle tracce di una vasta rete di persone, che acquistava continuamente fotografie e video con bambini senza vestiti. Alla fine, gli agenti romani hanno avvisato i colleghi di Bolzano, che hanno effettuato una perquisizione a casa dell’ex maestro. La polizia ha sequestrato il pc dell’uomo, che non ha potuto fare altro che ammettere di aver acquistato le fotografie.

«Il mio cliente - spiega l’avvocato bolzanino Nicola Nettis, legale dell’ex maestro - viene seguito da uno psicologo. Lui stesso ha chiesto aiuto per riuscire a controllare le sue pulsioni sessuali. L’indagine è stata conclusa e siamo in attesa che il giudice decida sul da farsi».

Due anni fa, l’ex maestro (che oggi ha 50 anni) era stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione (pena sospesa) perché accusato di violenza sessuale nei confronti dei propri alunni. Il giudice - a suo tempo - aveva riconosciuto la sussistenza dell’ipotesi più lieve del reato. Con una considerazione finale importante: i bambini, vittime di toccamenti solo apparentemente casuali, non avrebbero mai avuto la sensazione di essere oggetto di attenzioni morbose o innaturali da parte del loro maestro. Anche per questo la quantificazione del risarcimento riconosciuto ai genitori (che si erano costituiti parte civile) era rimasta ancorata a cifre tutto sommato modeste. A tutti le famiglie coinvolte l’imputato aveva offerto 2.500 euro. In quattro avevano accettato e si erano ritirati dal processo. Le altre sei famiglie avevano ricevuto 5 mila euro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità