Il ministro Fitto: "Pronti a interveniresui cartelli tedeschi in Alto Adige"

Intervista al rappresentante del governo che ha dato l'ultimatum a Durnwalder: "Da turista, da ministro e da italiano dico che i segnali devono essere nelle due lingue. Non potranno esserci i nuovi cartelli subito, ma entro la fine del mese mi aspetto che ci venga comunicata una precisa strategia per risolvere questo caso"



BOLZANO. Sui cartelli di montagna solo in tedesco il ministro Raffaele Fitto ha inviato giovedì alla Provincia un ultimatum: trovare una soluzione entro la fine di giugno. Una richiesta perentoria, che ha innescato un dibattito a distanza con il presidente provinciale Luis Durnwalder. Infatti Fitto ha voluto rispondere già giovedì sera all’affermazione di Durnwalder secondo cui «la Provincia non può costringere l’Avs». Contattato telefonicamente ieri, il ministro per i rapporti con le Regioni Fitto ribadisce: la lettera a Luis Durnwalder pone un termine preciso, «e non voglio immaginare che il governo debba procedere oltre».
Fitto conferma di conoscere bene il lavoro avviato dal commissario del governo Fulvio Testi, che ormai nel settembre 2009 ha invitato ufficialmente Avs, Cai e Parchi a ripristinare la segnaletica bi-trilingue. Nove mesi dopo i cartelli in tedesco sono ancora sui sentieri.
Ministro Fitto, il prefetto chiede il ripristino, la procura apre una inchiesta, lei si attiva ma non accade nulla. Cosa ne pensa?
«Ho scritto più volte. Per questo l’ultima lettera al presidente Durnwalder contiene come novità una indicazione di data: questa situazione va risolta, si trascina da troppo tempo».
Lei pone problemi di sicurezza legati ai cartelli monolingui. E’ possibile che il governo possa esercitare poteri sostitutivi sulla Provincia e ordinare il ripristino dei cartelli bilingui?
«Mi fermo un passo prima. Non voglio immaginare che dovremo prendere in considerazione azioni ulteriori».
La Provincia risponde che non può forzare l’Avs. Lei ha scritto invece che la Provincia è tenuta ad accertare il regolare svolgimento dell’attività dell’associazione.
«Non ci sono discussioni possibili sul fatto che lo statuto impone il rispetto del bilinguismo».
Cosa si attende per la fine di giugno?
«Non potranno esserci i nuovi cartelli, ma entro la fine del mese mi aspetto che ci venga comunicata una precisa strategia per risolvere questo caso. So che Cai e Avs stanno collaborando con il Commissario del governo. Osserviamo con attenzione questo lavoro».
Lei ha visto i segnali monolingui sui sentieri?
«Sì, non parlo per sentito dire. Da anni frequento le vostre montagne e tornerò in agosto con la famiglia. Conosco il problema molto bene».
Da turista, oltre che da ministro, cosa ne pensa di questa seconda estate con l’80% di cartelli in tedesco?
«Da turista, da ministro e da italiano dico che i segnali devono essere nelle due lingue».
Le polemiche tra Roma e Bolzano non sono una novità, ma lei sembra intenzionato a non lasciare cadere l’argomento.
«Ripeto che non sto cercando conflitti con la Provincia, ma dopo alcune richieste cadute nel vuoto era opportuno muovere un passo avanti. Il termine di giugno è l’atto che precede una soluzione».
Merita di essere ricordato che Fitto già giovedì entrava nel merito di uno dei temi più dibattuti del caso, ovvero se l’Avs avesse il diritto di installare cartelli monolingui nel caso non avesse ricevuto finanziamenti diretti per la segnaletica: «L’Avs quando effettua interventi per la segnalazione dei sentieri alpini assume la veste di concessionaria di servizio di pubblico interesse ed è tenuta all’osservanza degli obblighi imposti in applicazione» delle norme statutarie.
La mobilitazione di Fitto provoca la reazione dei giovani della Svp. Manuel Raffin accusa il ministro di una azione di «propaganda». Inesistente, aggiunge l’esponente Svp, «è il tema della sicurezza».
Ha il sapore invece della provocazione la proposta di Claudio Degasperi, portavoce del gruppo consiliare della Lega in Provincia: «Il Cai faccia qualche giro in montagna e ripristini i cartelli».

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