Il mondo italiano non “dibatte” 

Solo due confronti pubblici: quello della Diocesi e quello del 18 ottobre del nostro giornale col Circolo Cittadino



BOLZANO. I candidati sfogliano l’agenda. Decine di incontri organizzati dal mondo sudtirolese, nelle città e in periferia. Hanno iniziato settimane fa e proseguiranno fino al voto del 21 ottobre. Silenzio assoluto nel mondo italiano. Non c’è praticamente nulla. Il tema viene sollevato da molti candidati, che parlano di «campagna elettorale dimezzata». Non c’è solo la voglia di riflettori dei singoli. L’assenza di iniziativa del mondo italiano attorno a queste elezioni racconta del suo stato di salute e consapevolezza. Farà eccezione, come al solito, il Circolo cittadino con il dibattito previsto per il 18 ottobre (in collaborazione con il nostro giornale, moderato dal direttore Alberto Faustini). Annunciato anche un confronto al Centro pastorale di Bolzano, organizzato dalla Diocesi, mercoledì 10 ottobre. Qualcos’altro forse si aggiungerà. Ma è nulla in confronto alla vivacità nel mondo tedesco. Vengono organizzati incontri con i candidati di tutte le liste oppure più ristretti, generali o a tema. Si sono mobilitate associazioni (Alpenverein e altre), molto le scuole tedesche, che ne hanno fatto una tradizione, gli Schützen, il quotidiano Dolomiten, diverse liste civiche e altro ancora. C’è in campo anche la Diocesi che, come detto, ha organizzato appuntamenti bilingui nei centri principali, Bolzano compresa, e rappresenta una delle eccezioni al quadro. E che eccezione. L’altra sera ambientazione inedita per il dibattito organizzato a Merano, con moderazione di don Paolo Renner: la chiesa del Sacro Cuore. Candidati interrogati davanti all’altare. Sindacati e altre associazioni hanno organizzato confronti con le liste, ma a porte chiuse, oppure spediscono questionari sui temi. «Sì, siamo pieni di questionari su tutto, ma quello che manca è una campagna elettorale pubblica nel mondo italiano», conferma Riccardo Dello Sbarba (Verdi), «Per questo la nostra lista ha inaugurato la campagna elettorale porta a porta e batteremo i quartieri di Bolzano. Non ricordo un fiorire di iniziative neppure negli ultimi anni, ma questo silenzio totale è una novità. C’è una passività del gruppo italiano che non fa bene. Forse molte associazioni pensano che stia per arrivare una svolta politica e preferiscono stare alla finestra». Tra i primi a segnalare il problema è stato Paul Köllensperger (Team Köllensperger): «Nella nostra lista abbiamo candidati sudtirolesi, italiani e ladini. Questo vuoto non fa bene alla democrazia». Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore-Fratelli d’Italia) condivide l’allarme al punto di lanciare un appello per un suo confronto faccia a faccia in italiano con i capilista Massimo Bessone (Lega), Christian Tommasini (Pd) e Arno Kompatscher (Svp): «È troppo importante capire cosa realmente propongano le forze politiche per i prossimi anni, quello su cui siano disponibili a rinunciare, ciò che invece considerano inderogabile. Perché il gruppo italiano è così apatico, rischiando di finire imbrigliato nella strabica valutazione con il metro nazionale di una competizione elettorale che invece è locale? Per capirci qui non si vota Salvini, Di Maio o Martina, qui si vota Bessone, il candidato sconosciuto dei Cinque Stelle, Tommasini o Urzì. E sono questi quindi coloro che dovrebbero dire come la pensano sul nostro futuro. Qualcuno è interessato a questo o all’astensionismo?». Lo stesso Christian Tommasini segnala: «Mi piacerebbe molto confrontarmi con Bessone, visto che mira a sostituirci al governo provinciale. Finora non ci sono riuscito. L’altro giorno eravamo invitati a un faccia a faccia e non si è presentato, così anche in un dibattito televisivo. Ci si sottrae perché si è deboli? Magari come partito di governo a Roma i leghisti non hanno voglia di sentirsi dire che il loro taglio alle detrazioni fiscali colpirà anche qui». (fr.g.)













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