Il perito: Geisler è sano di mente

L’uomo che ha cercato di uccidere per due volte l’ex fidanzata per ora resta in carcere


di Mario Bertoldi


MERANO. Thomas Geisler, l'artigiano di 27 anni, in detenzione cautelare con l'accusa di aver cercato di uccidere l'ex fidanzata e il nuovo compagno di lei, è sano di mente e - dunque - perfettamente in grado di intendere e di volere. E’ il risultato della perizia disposta - con incidente probatorio - dal giudice Walter Pelino. L’elaborato è stato curato dal dottor Michele Piccolin secondo il quale la fortissima gelosia (con reazioni abnormi) dimostrata dall’indagato non configura una vera e propria patologia in grado di offuscare , almeno parzialmente, la capacità di autodeterminazione.

Ricordiamo che Thomas Geisler (portabandiera degli Schützen di Merano) è accusato di duplice tentato omicidio, lesioni personali, minacce e violazione della legge sulle armi. Ieri mattina l’avvocato difensore Marco Mayr ha ottenuto un rinvio breve per avere la possibilità di analizzare nel dettaglio l’esito della perizia che è stata depositata solo un paio di giorni fa.

L’udienza è stata dunque aggiornata al prossimo 24 luglio quando saranno presenti anche i consulenti della difesa e della parte lesa (che per il momento non si è ancora costituita parte civile).

Sotto il profilo processuale quali saranno le conseguenze dell’esito della perizia? In primo luogo la piena conferma dell’imputazione e la piena imputabilità di Thomas Geisler nei confronti del quale la prossima settimana lo stesso giudice Pelino dovrà anche decidere su una nuova istanza di scarcerazione annunciata dall’avvocato difensore. Con una novità procedurale: in base alle nuove disposizioni entrate in vigore il giudice dovrà anche tenere conto delle considerazioni della presunta parte lesa a cui viene riconosciuto il diritto di tutela e protezione.

Ricordiamo che all’epoca dei fatti la custodia cautelare in carcere era stata a suo tempo disposta, su richiesta del pubblico ministero Giancarlo Bramante, per evidente pericolo di reiterazione dei reati, posto che Thomas Geisler agì sotto gli effetti di una fortissima gelosia.

Nel corso degli interrogatori dopo l'arresto, l'uomo si è sempre difeso sostenendo di essere rimasto vittima di una sorta di corto circuito mentale che lo avrebbe spinto ad agire con estrema violenza e determinazione con un senso di rivalsa che, però, sostiene la difesa, non avrebbe mai toccato la figura dell'ex fidanzata. In sostanza sarebbe stato il nuovo amico di lei a far andare il sangue al cervello all'indagato, circostanza questa che non cambia di una virgola ovviamente il rischio di una nuova aggressione e di un nuovo tentativo di omicidio qualora l'indagato fosse rimesso in libertà in attesa del processo.

A questo punto, però, la valutazione del giudice sulla concessione per lo meno degli arresti domiciliari potrebbe essere diversa e risentire anche di quanto potrà emergere nel corso della discussione e analisi analitica della perizia psichiatrica portata a conclusione dal dottor Piccolin.

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