Il profumo intenso del pesto condito con l’olio di pino mugo

C’è un silenzioso e profumatissimo protagonista del mondo alpino che negli ultimi anni che è divenuto una presenza quasi costante di chef e ristoratori. Parliamo del Pino Mugo, o nano, che cresce...



C’è un silenzioso e profumatissimo protagonista del mondo alpino che negli ultimi anni che è divenuto una presenza quasi costante di chef e ristoratori. Parliamo del Pino Mugo, o nano, che cresce spontaneo sulle montagne, tra i 1500 e i 2700 metri spingendosi quindi oltre il limite della vegetazione forestale arborea. Una pianta, che dalla Val Sarentino alla Val Rendena riesce a crescere e prosperamente in un ambiente ostile e che è caratterizzato da un'ampia gamma di qualità positive e di proprietà curative. Lo si riconosce per un caratteristico profumo di resina e di eucalipto, utilizzato in vari prodotti cosmetici, come i sali da bagno, gli oli per la sauna e per i massaggi. Nel linguaggio comune però si chiama “Bergsegen", benedizione dei monti e fa parte delle antiche piante utilizzate in ambito medicinale. Già i Celti sapevano che l'olio del pino mugo era stimolante, contribuiva a dare forza e aiutava a contrastare i dolori: anche i contadini lo utilizzavano in continuazione. Nel frattempo, gli effetti del pino mugo sono stati accuratamente studiati e scientificamente riconosciuti: il pino mugo è antibatterico, stimola la circolazione sanguigna e favorisce il ricambio cellulare. Viene applicato, quindi, per la cura delle malattie respiratorie, per le tensioni muscolari e la rigidità e per la cura della pelle. E naturalmente in cucina nella cucina gourmet, ad esempio per fare una variante del pesto oltre a dolci e caramelle balsamiche.













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