Il sindaco: leggi sbagliate, carceri vuote

Spagnolli: «A Roma dico che le nuove norme qui non vanno». Il questore: non possiamo arrestare neanche chi spaccia


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Sindaco, vogliono le telecamere...«Ancora! Ma ce ne sono centinaia, pubbliche e private. Che vogliamo fare, un reality?».

Questi rubano sempre di più e accoltellano... «Rubano anche con le telecamere. Nei box in via Sassari c'erano. E hanno fatto razzia lo stesso. Il problema sono le leggi. La polizia non può neppure arrestarli se li sorprende. È Roma che deve capire che qui, le sue leggi non vanno. Ce ne vogliono di adatte a noi».

La rabbia del sindaco. Ecco lo Spagnolli furioso. Il Pdl chiede videoriprese ovunque, il Pd rincula e va in ansia, la Svp tace ma ancora per poco, la gente vede crescere l'insicurezza. E il sindaco: «Chiederò una nuova riunione del comitato per l'ordine pubblico. Non posso andare oltre. Ma qui ormai più ne prendiamo di ladri, più si ruba, perchè il ladro in carcere non ci va. Scordiamocelo. Lo fermano e il giorno dopo ci riprova. Neanche le manette gli possono mettere. O il governo cambia le norme o grideremo tutti inutilmente».

Ma è proprio qui che il "cul de sac" diventa ancor più impraticabile. Come un cappio che più tiri e più ti soffoca. Più carabinieri e polizia, controlli, telecamere: ma quando fermi qualcuno con il coltello in mano si può solo riconoscerlo, guardare i documenti e via. Se non è prevedibile una pena superiore ai quattro anni non vale neppure la pena di inseguirlo.

Questura prudente. E allora il questore cerca di mettere ordine. Dice Lucio Carluccio: «Il sindaco chiede leggi diverse per territori diversi? Mah, non so che dire. Ho letto l'intervista al procuratore Rispoli e penso abbia colto nel segno. Per il resto, io sono lo Stato, devo tenermi i pareri sulle norme per me. Le leggi le fa il Parlamento ed è giusto che le faccia per tutto il territorio. Non siamo riusciti a mettere in piedi il salario differenziato, immagino sia un poco più complicato fare leggi differenziate...».

Antifurto e porta blindata. E allora, come se ne esce? «In un solo modo. Deve crescere la consapevolezza. E il realismo. Dico: oggi qualcuno comprerebbe mai un'auto senza antifurto? No. Oltretutto è ormai fornito direttamente dalla casa produttrice. Non è più un optional. E così per le case. Quelle nuove non vanno neppure sul mercato senza porta blindata e sistema di sicurezza. Deve crescere la predisposizione all'autotutela».

Ma la porta blindata costa... «Costa - prosegue il questore - di più un furto in casa. L'altro giorno un cittadino è venuto da me. Senta signor questore, mi hanno rubato il portafoglio in auto, hanno spaccato il vetro e... E io: dove l'aveva lasciato? Sul sedile.. Ecco: è questo che deve cambiare. La gente può collaborare cercando di vivere in modo più consapevole e realistico. Bolzano non è fuori dal mondo. Ma non serve blindare la città. Ieri hanno razziato in quaranta garage a Milano e non è uscita neppure la notizia. Qui siamo ancora in una situazione di privilegio ma non si può più vivere come nel paese di Biancaneve. Le case vanno protette. Così come i beni. Ci sono le serrature, le casseforti...».

È questo allora il fronte. Senza allarmismi ma con una precisa presa d'atto di una realtà nuova.

Il decreto svuotacarceri. La nuova legge, concepita soprattutto per realtà metropolitane come Milano o Roma dove gli episodi di microcriminalità sono la regola e non l’eccezione, ha messo la microcriminalità in una situazione inedita («non possiamo neppure arrestare chi spaccia» ammette il questore) ma l'informazione e la presa d'atto di una realtà in continuo mutamento possono costituire una trincea.

L’appello. Anche il sindaco Spagnolli lo chiede: «Aiutateci a proteggervi». Perché il sindaco sa che l'impegno delle forze dell'ordine è massimo. E a chi gli obietta: ma al governo c'è il suo Pd... lui risponde: «Allora: o volete che parli da politico o da sindaco. Se parlo da sindaco dico che con queste leggi soffriranno soprattutto le realtà come le nostre, che non devono affrontare l'impatto con la grande criminalità ma sono nude di fronte alla piccola. Non so come si potrebbe fare, non sono un giurista. Ma una qualche elasticità nei livelli di applicazione delle norme va trovata. Per il resto il Comune proseguirà a muoversi nei quartieri. Con i vigili urbani, con l'informazione, promuovendo campagne di prevenzione, tentando di agire sul disagio anche sociale».

Via la casa Ipes a chi delinque? Il Pdl ha proposto: togliamo le case Ipes a chi delinque, le va? «Neanche per sogno. Che faccio, cambio la costituzione? Non posso affamare o togliere un tetto a un pregiudicato, non c'è nessuna legge che lo preveda. E poi colpirei la famiglia o i figli. No, la strada è quella che porta a norme flessibili e a far crescere la consapevolezza nei cittadini». Non resta che sperare che qualcuno, a Roma, si attivi per tarare il decreto svuotacarceri per realtà, tutto sommato privilegiate, come Bolzano.

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