Il Siulp ad Alfano: al Brennero una farsa

Il sindacato di polizia: ha confermato le pattuglie trilaterali sui treni italiani e non ha ringraziato gli agenti dopo gli scontri



BRENNERO. «Come poliziotto sono rimasto deluso dal blitz di Alfano al Brennero. Molto deluso». Mario Deriu è il segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp. Deriu è stato il primo, oltre un anno mezzo fa, prima dell’esplosione della “rotta balcanica”, a denunciare il problema della gestione dei flussi migratori al Brennero. E a puntare il dito contro l’atteggiamento dell’Austria che ormai da quasi tre anni impone le pattuglie miste, le cosiddette trilaterali con agenti italiani, austriaci e tedeschi, sui treni in territorio italiano da Verona al confine. «Sono deluso - spiega - per molti motivi. Il primo: l’incontro con ministro Sobotka si è tenuto in territorio austriaco. Quasi un atto di sottomissione, quando è stata proprio Vienna a mettersi contro il nostro Paese e tutta l’Europa. Come minimo, si doveva farlo arrivare nel paese di Brennero».

Il secondo motivo?

«Che è stata una dichiarazione di “pace” basata sul nulla. Gli austriaci hanno piantato i pali per montare le recinzioni fino al giorno prima. È tutto pronto. In queste settimane non sta passando nessuno, ovvio che dicano che non intendano alzare il muro. Vediamo cosa succederà se le cose cambieranno. Perché in Italia gli sbarchi continuano, e non riusciremo a “nascondere” migliaia di migranti, impedendo loro di arrivare ai confini. Prima o poi il tappo salta. Poi un’altra cosa ha infastidito molti poliziotti».

Dica.

«Il ministro Alfano è atterrato a Innsbruck, si è fermato a Rosenberger, ma non si è degnato di arrivare fino al Brennero per salutare e ringraziare gli uomini del commissariato e del posto Polfer, che una settimana prima erano in prima linea per garantire la sicurezza sotto la sassaiola degli anarchici. Una mancanza di delicatezza. Le forze di polizia hanno dato il massimo. Il questore Carluccio ha svolto un lavoro eccezionale con le poche risorse a disposizione. Ma non bastano. Alfano poteva almeno dire grazie a questi ragazzi. Ci sono stati anche dei feriti».

Alfano però ha detto che rafforzerà il contingente al Brennero con altri 100 uomini tra militari e poliziotti...

«Vediamo. Non ha detto una parola su due varchi di confine importantissimi come Prato Drava e passo Resia. I commissariati di Merano e San Candido sono stati smantellati in questi anni. Vanno rafforzati. E in fretta».

Poi c’è lo schiaffo delle pattuglie trilaterali.

«Certo. Alfano le ha confermate. Un segno di resa all’Austria e alla Germania. Come dire: siamo i soliti italiani, incapaci di fare i controlli da soli, I poliziotti italiani sono contrari, lo diciamo da mesi. Ma Roma non ci ascolta».

La cosa paradossale è che negli ultimi mesi sono più i migranti che entrano dall’Austria in l’Italia, che viceversa.

«Già. E su questo Alfano non ha detto nulla a Sobotka, non un accenno nelle dichiarazioni ufficiali. Non è un caso che i controlli sui treni diretti nel nostro Paese non si fanno. E L’Austria, così zelante al sud del Brennero, si guarda bene dal farli. Alfano doveva dirlo e denunciarlo. Ma l’altro giorno al Brennero mancava l’Europa. Questo non è un problema bilaterale tra Roma e Vienna. E un’emergenza europea. L’Italia è pronta ad accogliere i migranti in fuga da guerre e fame, l’abbiamo sempre fatto. Ma poi se ne devono prendere carico anche gli altri Paesi, con una ripartizione equa».(l.f.)













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