la storia

Il sogno del bambino che diventò il «re» dello spumante

I 70 anni di Josef Reiterer che con la cantina Arunda produce le bollicine a 1.200 metri di quota a Meltina


di Angelo Carrillo


BOLZANO. Come fa un bambino malaticcio nato sull’altipiano di Meltina a diventare il re delle bollicine dell’Alto Adige? L’avventura imprenditoriale di Josef Reiterer è avvincente almeno quanto quella personale. Ora che ha festeggiato un compleanno tondo tondo, tagliando il traguardo dei 70 anni, tornare indietro con la memoria viene quasi spontaneo, anche se un uomo del vino, in realtà, guarda sempre avanti.

Molto avanti, perché è abituato a pensare e programmare in termini di anni se non di decenni. Josef Reiterer non fa eccezioni, anche se effettivamente di vigneti non ne possiede affatto e le 100 mila bottiglie di spumante metodo classico che produce ogni anno nella pancia della cantina di spumantizzazione più alta d’Europa (Meltina, sede della Arunda si trova a 1200 metri) provengono tutte da uve e vini acquistate da conferenti e cantine. Josef Reiterer realizza circa la metà di tutte le bottiglie di spumante che ogni anno vengono prodotte in Alto Adige. Una produzione piccola ma molto apprezzata.

«Se l’uva coltivata in quota conferisce al vino particolarità e caratteristiche di pregio, perché non fare anche la presa di spuma ai massimi livelli?». Questa non è solo una domanda retorica, ma la sfida che Josef Reiterer lanciò nel 1976, quando decise di mettersi a fare bollicine in una casa sopra le nuvole. Alle cantine di Arunda, in effetti, non ci arrivi per caso. Siamo fuori dagli itinerari classici del vino altoatesino: sulle pendici dell’alta Val d’Adige, sopra Terlano, fino a raggiungere l’altipiano del Salto.

E anche il percorso di un bambino (con cinque fratelli) per arrivare al vino prodotto in valle non è stato affatto scontato. «I miei genitori - racconta Reiterer - mi affidarono alle cure della famiglia Schwarz che possedeva l’Unterwirt, la locanda del paese, dato che ero gracile e di salute cagionevole. La famiglia Schwarz possedeva anche un maso a Vilpiano, dove ebbi il primo contatto con il mondo delle uve e dei vigneti».

Nel 1962 la decisione di frequentare l’istituto agrario di Laimburg da poco istituito ma di evitare l’indirizzo che lo avrebbe portato a studiare l’agricoltura di montagna. «Tenni fede alla mia vocazione e scrissi ad alcuni istituti di enologia tedeschi chiedendo di essere accolto e di potermi sostenere lavorando poiché ero privo di mezzi». Reiterer passa quattro semestri a Bad Kreuznach dove si perfeziona con illustri insegnanti. Poi le prime offerte di lavoro per importanti compagnie tedesche nel campo dell’enologia che lo accompagneranno per quasi 20 anni. Ma è a metà degli anni 70 che arriva la svolta con il matrimonio con Marianne Maurer Huber di Dobbiaco, una donna dallo spirito imprenditoriale avventuroso quasi quanto quello del marito (fra l’altro gestirà uno dei primi ristoranti vegetariani dell’Alto Adige) con cui acquista un vecchio edifico nel cuore di Meltina che diventerà la sede della cantina Arunda. «Ero indeciso se dedicarmi ai distillati o agli spumanti – racconta Reiterer – scelsi le bollicine. Con una “minuscola” produzione di 300 bottiglie». Il successo fu piuttosto rapido anche se gli spumanti altoatesini erano una realtà quasi sconosciuta. I riconoscimenti ottenuti all’estero diedero lustro alla casa di Meltina e con essi arrivò anche il successo sul mercato italiano. A favorirlo fu l’amicizia e successivamente la partnership con una delle più importanti cantine italiane la siciliana Tasca d’Almerita.

Da qui nacque il marchio Arunda Vivaldi per il mercato italiano che assorbiva circa 40 mila bottiglie l’anno al 2005. Da allora Arunda distribuisce direttamente i propri vini in Italia e oggi ne vende circa 100 mila bottiglie l’anno. Un successo che non conosce flessioni e che porta a Meltina molti produttori che vogliono cimentarsi con il metodo classico e che Reiterer consiglia o per i quali produce direttamente lo spumante. Con l’ingresso in azienda del figlio Michael “Muggi” il passaggio generazionale sembra assicurato, ma per ora al comando rimane Sepp. Tra le tante bottiglie dall’ottimo rapporto qualità prezzo, compreso lo straordinario rosé o il brut che sfida alcune delle migliori bottiglie italiane, amiamo sempre ricordare il Phineas, forse il miglior spumante italiano e certamente quello più raro perché quasi irripetibile. Josef Reiterer lo realizzò da una partita di vino del compianto Rainer Zierock, geniale e visionario docente e produttore di vini, e con la sua maestria gli diede una veste nuova e straordinaria. Quella che solo un bimbo nato in montagna e che ha saputo diventare maestro del vino di pianura, avrebbe potuto immaginare e realizzare.













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