Imu, Bressanone ci perde 1,1 milioni: tagli inevitabili

Pedron e Del Piero: «Servirà una sforbiciata ai contributi delle associazioni» Il Comune: non godiamo della produzione energetica e paghiamo per il Citybus


di Massimiliano Bona


BRESSANONE. Se Atene piange Sparta certo non ride. Si potrebbe sintetizzare così il pensiero della giunta comunale di Bressanone, che dopo il vertice dei giorni scorsi al Consorzio dei Comuni ha capito che, tra ex Imu e finanza locale, rischia oggettivamente di perdere 1,1 milioni di euro. Nulla a che vedere con i mancati introiti (sei milioni circa) di Bolzano, altro Comune che si è già fatto sentire, ma a rimetterci rischiano di essere soprattutto le associazioni che già lo scorso anno ci avevano rimesso dal 10 al 15 per cento dei contributi. «Gli stanziamenti per le associazioni - spiega l'assessore comunale del Partito Democratico Claudio Del Piero - si aggirano attorno a 1,2-1,3 milioni ed è piuttosto chiaro che andiamo verso una significativa decurtazione, anche se allo stato attuale delle cose non c'è nulla di deciso. La giunta comunale deve ancora pronunciarsi. Le alternative alla decurtazione dei contributi, sono due: tagliare sui servizi, come la refezione scolastica ad esempio, ma rischiamo poi di dover fare i conti con le legittime proteste dei genitori, o ridurre gli investimenti». Il Comune, all'ultima riunione del Consorzio dei Comuni, era rappresentato dal vicesindaco Gianlornzo Pedron, che conferma la criticità del momento. «Si tratta, esattamente, di 1,086 milioni di mancati introiti. Avendo già approvato il bilancio sono spese già impegnate e pertanto siamo un po' in difficoltà nel decidere dove tagliare. Nel frattempo abbiamo chiesto di ottenere una deroga al patto di stabilità per poter modificare la percentuale di denaro da destinare alle spese ordinarie e agli investimenti. Purtroppo difficilmente ci sarà concessa. Non possiamo mortificare sempre le associazioni, ma sicuramente quest'anno rischiano di rimetterci ben di più del 2013». Pedron, a Bolzano, ha sottolineato come i Comuni altoatesini non siano trattati tutti allo stesso modo. «Un esempio? Bressanone, a differenza di Brunico, non ha alcun beneficio dalla produzione energetica. In materia di trasporto pubblico c'è chi non spende nemmeno un euro, mentre noi dobbiamo farci carico di una quota parte delle spese del Citybus. Stiamo cercando di lavorare sotto traccia per arrivare ad una ripartizione più equa dei fondi, ma sarà dura».

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