il processo

In coma da quattro anni: 10mila euro di risarcimento 

L’imputato, uno straniero di 33 anni, è accusato di lesioni personali gravissime. Ha ottenuto il via libera dalla Procura per patteggiare una condanna a due anni di reclusione


Mario Bertoldi


BOLZANO. Diecimila euro. E’ l’impegno assunto davanti al giudice da un cittadino macedone di 33 anni sotto processo per lesioni personali gravissime nei confronti di un connazionale di 39 anni ricoverato da quattro anni in stato di coma profondo. La notte del 10 aprile 2019 durante un litigio davanti alla discoteca Mayima di via Galvani, l’uomo è stato colpito dal connazionale più giovane con alcuni potenti pugni in pieno viso. Dopo un paio di minuti è stato visto barcollare e stramazzare al suolo. Non si è più ripreso e le analisi cliniche hanno evidenziato gravi danni provocati da una emorragia interna a livello cerebrale.

A fronte del risarcimento offerto (sulla base dell’impegno assunto davanti al tribunale) l’imputato ha potuto godere dei vantaggi procedurali derivanti dalla decisione del sostituto procuratore Igor Secco di modificare leggermente il capo d’imputazione con la conseguente riapertura dei termini per una eventuale istanza di ammissione a riti alternativi del procedimento.

L’imputato (che è difeso dagli avvocati Nicola Nettis e Corrado Faes) non si è fatto scappare l’opportunità e ha subito fatto istanza per patteggiare una condanna che rientri nei limiti previsti dal nostro ordinamento per evitare di dover affrontare gli effetti della (una volta diventata definitiva) con il carcere. E così oltre al risarcimento offerto l’imputato ha anche proposto alla Procura e al tribunale un patteggiamento a due anni di reclusione. Lunedì 22 maggio il pubblico ministero ha già dato il proprio consenso mentre il tribunale si è riservato la decisione in occasione dell’udienza programmata in giugno ma è molto probabile che anche i magistrati giudicanti diano il loro “via libera”.

A giocare un ruolo favorevole alla difesa c’è infatti anche il contenuto di un video girato dalle telecamere esterne di sicurezza di cui è dotata la discoteca da cui si desume che il drammatico episodio non è ascrivibile ad una aggressione. Pare infatti accertato che tra i due macedoni vi fosse da tempo dell’acredine per problemi precedenti. La notte del 20 aprile 2019 i due si sarebbero nuovamente scontrati all’interno della discoteca e dopo qualche insulto si sarebbero dati appuntamento all’esterno per “regolare” i conti con una sorta di violento duello a colpi di pugni e di tecniche di arti marziali. Fu questo il contesto del dramma. Anche la vittima, dunque, accettò di correre pesanti rischi.

 













Altre notizie

Attualità