BOLZANO

In Comune a fare il part-time sono quasi solo le donne (91%) 

Il motivo della scelta: prima si prendono cura dei bambini piccoli, poi dei familiari anziani. Gnecchi, vicepresidente Inps: «Parità lontana: solo il 30% degli uomini prende i 10 giorni obbligatori nei primi 5 mesi dei figli»


antonella mattioli


BOLZANO. «Rispetto a 50 anni fa quando abbiamo aperto la sezione Aied (Associazione italiana per l’educazione demografica), molte cose sono cambiate: oggi anche i padri si fanno carico della cura dei figli in tenera età. Ma la strada verso la parità di responsabilità tra donne e uomini è ancora lunga. I numeri parlano chiaro: sono soprattutto le donne a chiedere il congedo parentale per stare accanto ai figli; sono sempre loro, quando rientrano al lavoro, a fare la domanda per il part-time; a rinunciare spesso e volentieri alla carriera perché diventa difficile conciliare impegni lavorativi e familiari; a dare le dimissioni quando ritengono di non riuscire a fare tutto. Purtroppo, spesso non si rendono conto di quanto costose siano scelte di questo tipo: prima a livello di stipendio e, in prospettiva, di pensione». Come 50 anni fa, quando è stata tra le fondatrici del Consultorio Aied di Bolzano, Luisa Gnecchi, oggi come vicepresidente dell’Inps, continua - con ancora più forza in vista dell’8 marzo - la battaglia di informazione e sensibilizzazione. E sul fatto che ce ne sia bisogno lo dicono i numeri: solo 89 i padri (lo abbiamo scritto nell’edizione del 3 marzo) che nel 2022 hanno chiesto e ottenuto l’assegno, erogato dalla Provincia, per consentire ai lavoratori del settore privato, di prendersi cura dei figli, nel primo anno e mezzo di vita, per un minimo di due e un massimo di tre mesi.

Il part-time in Comune

La conferma, semmai ce ne fosse bisogno, di chi si faccia carico degli impegni familiari anche negli anni successivi, arriva pure dai dati sul part-time relativo al personale comunale (in organico ci sono poco più di mille persone, ndr). I numeri si riferiscono al 2022. «Il 91,1% - spiega l’assessore al personale Angelo Gennaccaro - di chi sceglie il tempo parziale sono donne, in totale 186 dipendenti; solo l’8,8%, in tutto 18, sono uomini. La tipologia di part-time più richiesta prevede 28 ore settimanali (46%); seguono le 33 ore (23%), 19 ore (20%) e 23 ore (11%). Tra i 18 dipendenti maschi che scelgono il part-time, sono 6, ovvero la maggior parte, coloro che optano per le 33 ore settimanali, mentre la maggior parte delle donne - 91 complessivamente - opta per le 28 ore».

Il permesso obbligatorio

«Tutti i dati - commenta Gnecchi -portano ad un’unica conclusione, ovvero che i carichi familiari gravano sempre e ancora sulle donne. I congedi familiari (al 30% della retribuzione, ndr) li prendono prevalentemente loro, perché spesso hanno anche gli stipendi più bassi; l’assegno introdotto dalla Provincia per far sì che per un massimo di tre mesi il papà si prenda cura del figlio, si è rivelato un flop perché non lo chiede praticamente nessuno. Lo stesso dicasi per i 10 giorni di permesso obbligatorio previsti per i padri lavoratori dipendenti sia del settore privato che del pubblico. Sono retribuiti al 100% ma si è calcolato che a livello nazionale ne usufruisca solo il 30% degli aventi diritto. È vero che è obbligatorio, ma se l’interessato non lo richiede, nessun datore di lavoro ti obbligherà con la forza a prendere quei 10 giorni per stare a casa con il bebè».

Assistenza a familiari disabili

«C’è un unico permesso - spiega ancora la vicepresidente dell’Inps - che oggi viene preso in maniera pressoché uguale sia dalle donne che dagli uomini ed è quello concesso, per un massimo di due anni e al 100% della retribuzione, per assistere familiari con disabilità grave prevista dalla legge 104».

Le ripercussioni economiche

Per festeggiare i 50 anni di attività, il Consultorio Aied di Bolzano vuole dare visibilità a un tema importante e delicato quale è l’indipendenza economica delle donne e l’economia di genere. Questo nella convinzione che essere economicamente indipendenti rende tutte più libere. Imparare anche a parlare di soldi ed avere il coraggio di gestirli fin da giovani è una questione di sopravvivenza in particolare per le donne che vivono più a lungo, spesso con la prospettiva di pensioni più basse, dovute a congedi parentali, part-time, licenziamenti temporanei. Il prossimo appuntamento è in programma giovedì 16 marzo: workshop con l’avvocata Lorna Ciacci, dal titolo “Gestione economica familiare, divisione delle spese, conto corrente cointestato/conti separati, chiarimenti legali, possibili strategie”. Gli incontri si svolgeranno presso la sede del Consultorio Aied, di Bolzano, in Corso Italia 13M, dalle ore 18 alle 20. La partecipazione è gratuita, necessita però di un’iscrizione da farsi telefonicamente, chiamando allo 0471 979399 o scrivendo a info@aiedbz.it.

 













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