In manette la banda dei cento colpi

Arrestati 9 albanesi. Si calavano dai tetti e “scortavano” le auto rubate I carabinieri: «Erano agili e pericolosi». Recuperate armi e 30 mila euro


di Susanna Petrone


BOLZANO. Ladri abili e scaltri, che studiavano ogni furto nei minimi dettagli e conoscevano bene i luoghi dove colpire grazie all’apporto di vari basisti: dopo un anno di indagini, sei mesi di pedinamenti e tante notti insonni, i carabinieri di Bolzano sono riusciti a sgominare una pericolosa banda di ladri. Dal 2012 a oggi hanno messo a segno più di cento colpi in Alto Adige. Della banda fanno parte nove cittadini albanesi, tutti con numerosi precedenti penali che vanno dalla rapina a mano armata alla rissa, dallo spaccio ai furti. Il giro d’affari è di parecchi milioni. Nel tempo, grazie ai loschi traffici, sono riusciti ad acquistare appartamenti a Bolzano e Merano, ma anche a Milano, Sesto San Giovanni, Como e Asti. Alcuni di loro hanno aperto ristoranti in patria e ristrutturato - senza badare ai costi - le case dei rispettivi parenti. La maxi-inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore Igor Secco, che ha chiesto l’arresto dei componenti della banda, mentre altre venti persone sono state denunciate, perché in più occasioni avrebbero aiutato il gruppo a farla franca. I capi dell’organizzazone devono rispondere di associazione a delinquere, mentre gli altri sono stati arrestati per furto aggravato. La banda è tra le più pericolose e preparate viste all’opera in Alto Adige negli ultimi tempi. I ladri giravano armati e non correvano rischi inutili.

Gli arresti. I componenti della banda (eccetto uno che si trova in Albania), sono stati arrestati tra sabato e domenica. Complessivamente, i carabinieri del nucleo investigativo (coordinati dal capitano Davide Perasso), del nucleo operativo (coordinati dal maggiore Massimo Rosati), hanno effettuato 22 perquisizioni domiciliari. Altre venti persone sono state denunciate a Bolzano, Merano, Nova Ponente, Parcines e Milano. I carabinieri, coordinati dal colonnello Giuliano Polito, hanno raccolto così tante informazioni sui ladri da riuscire ad accertare il loro coinvolgimento in oltre 40 furti, più oltre 30 tentati furti.

I banditi. In manette sono finiti Zef Zefi, 37 anni, detto “lo zio”, e Alfred Gjegji, 27 anni, detto “Freddi”. Secondo gli investigatori sarebbero proprio loro le due menti della banda. Vivevano insieme a Sesto San Giovanni e ogni colpo doveva avere il loro via libera. Poi ci sono i basisti: Vladimir Bardhi, 28 anni, pizzaiolo di Merano; Klinton Gazidedja, 21 anni; Lica Edison, 20 anni, residente a Merano e già coinvolto in una rapina avvenuta due anni fa. Sono noti da tempo alle forze dell’ordine soprattutto Vilson Vata, 21 anni e Emirjon Gjonjaj, 23 anni. Entrambi, infatti, sono tra gli autori del pestaggio sanguinoso, avvenuto quest’estate durante una festa organizzata allo Sheraton. Due ragazzi e una giovane studentessa erano rimasti feriti. E secondo gli investigatori, non è l’unico pestaggio al quale i due, insieme ad altri amici, hanno preso parte. Soprattutto nel Meranese e in Bassa Atesina, il gruppo di stranieri era molto noto, perché provocava i clienti, per poi mandarli all’ospedale. Sono stati arrestati anche Alfred Gjini, 25 anni e Mark Gjishnika, 27 anni, residenti in Lombardia.

La refurtiva. I carabinieri hanno recuperato e posto sotto sequestro, complessivamente, 30 mila euro in contanti, televisori, quadri, macchine, biciclette, francobolli rari, gioielli, orologi d’oro e materiale elettronico. In alcune abitazioni, i militari hanno trovato armi: due pistole e un fucile. Diverse vetture sono state vendute in Albania, così come gli oggetti in oro. La refurtiva veniva nascosta in un primo momento a Merano in via Giacomo Leopardi e a Bolzano in Corso Libertà. Poi veniva trasferita a Sesto San Giovanni, ritenuta la base della banda. Tutti i componenti sono proprietari di appartamenti lussuosi. Mantenevano un tenore di vita molto elevato. Soprattutto i più giovani del gruppo, si “regalavano” lunghi fine settimana a Innsbruck, spendendo migliaia di euro nelle case chiuse della città austriaca. Il basista bolzanino ogni sera cenava nei ristoranti più costosi del capoluogo altoatesino e vestiva alla moda.

I carabinieri hanno seguito la banda per parecchi mesi. Ma vista la pericolosità dei criminali - che sfrecciavano in autostrada a 250 chilometri all’ora - spesso i militari hanno preferito non inseguirli. Lo stesso comandante Polito, durante la conferenza stampa, ha voluto ringraziare i suoi uomini per l’impegno profuso: «Negli ultimi sei mesi - ha spiegato - molti di loro hanno dovuto rinunciare a vacanze programmate da tempo e sono dovuti partire, senza sapere dove i ladri li avrebbero portati né quando sarebbero tornati in famiglia».

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