Inchiesta vitalizi, interrogato Tomazzoni

Il presidente di Pensplan Invest è stato ascoltato ieri per quattro ore dalla Guardia di finanza



BOLZANO. È arrivato negli uffici della Guardia di finanza di Trento alle 15 di ieri pomeriggio assieme ai suoi due avvocati, entrambi del foro di Roma. E ne è uscito quattro ore dopo. Stefano Tomazzoni, commercialista trentino e presidente di Pensplan Invest, è stato il primo dei tre indagati nell’ambito dell’indagine sui vitalizi a essere sentito dalle Fiamme gialle. Dalla caserma di via Romagnosi non arrivano notizie sulle quattro lunghe ore di domande e risposte. Un interrogatorio che sarebbe stato intenso e serrato durante il quale il professionista si sarebbe difeso dall’accusa di turbativa di gara d’appalto, reato che gli viene contestato in concorso con Rosa Thaler Zelger, ex presidente del consiglio regionale.

Quello che si sa è che, appoggiato dai suoi avvocati, avrebbe risposto alle domande come fa anche intuire il fatto che sia rimasto negli uffici diretti dal colonnello Nieddu per un periodo così lungo. A questo primo interrogatorio dovrebbero seguire quelli di Thaler e di Gottfried Tappeiner, che probabilmente si terranno direttamente negli uffici della procura. Ma non ci sono ancora indicazione sulle possibili date di questi incontri. Era la fine di luglio quando era esplosa la parte «penale» del caso vitalizi.

Indagando su quanto successo, infatti, la finanza avrebbe scoperto che, prima della consulenza di Tappeiner che ha portato alla quantificazione dei maxiassegni per i consiglieri regionali e gli ex, ne era stata redatta un'altra da un esperto di Trieste, il dottor Stefano Visintin, incaricato direttamente dagli uffici del Consiglio. Questo studio era giunto a quantificare assegni di molto inferiori per i politici, ovvero 10 milioni e 800 mila euro al netto dell'Irpef. Però la consulenza sarebbe stata semplicemente ignorata. E sarebbe stato chiamato il professor Gottfried Tappeiner che è giunto a conclusioni molto più vantaggiose per i politici. Questa ricostruzione di quanto successo ha quindi portato la procura ad iscrivere nel registro degli indagati l'ex presidente del consiglio regionale Rosa Thaler Zelger, l'ex presidente di Pensplan Centrum nonché consulente dell'ufficio di presidenza del Consiglio regionale Gottfried Tappeiner e il presidente di Pensplan Invest, società che gestisce il famoso Fondo Family con i contributi dei consiglieri regionali, Stefano Tomazzoni. Diverse le contestazioni che vengono mosse nei confronti dei tre. Per Rosa Thaler e Tappeiner vengono ipotizzati i reati di truffa aggravata e abuso d'ufficio in concorso tra di loro. La truffa è aggravata perché in danno di un ente pubblico. All'ex presidente del Consiglio e a Tomazzoni, come detto, viene contestato il reato di turbativa di gara d'appalto in concorso tra di loro.

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