Invalidi, le pensioni sono salve

Ritirata la norma, approvato l’emendamento di Dello Sbarba. Ok al centro anti-discriminazioni



BOLZANO. «Le pensioni di invalidità in Alto Adige sono pressoché doppie rispetto al resto del Paese. Non torniamo indietro»: così l’assessore Martha Stocker, a metà luglio, quando il taglio alle pensioni di invalidità inserito nel decreto legge Omnibus, aveva scatenato la dura reazione di Mariella Prosperi, rappresentante di invalidi civili, ciechi e sordi - in tutto un migliaio di persone. Pochi giorni fa, l’annuncio della marcia indietro. Ieri l’assessore nella riunione della quarta commissione legislativa, chiamata a discutere la Omnibus, ha ritirato la norma: le pensioni di invalidità non verranno toccate.

Il consigliere provinciale verde Riccardo Dello Sbarba si è preso una piccola soddisfazione, visto che la commissione ha approvato un suo emendamento, in quanto presentato in termini temporali prima del ritiro ufficiale.

In concreto significa che anche in futuro le pensioni di invalidità saranno adeguate automaticamente all’inflazione, senza che la giunta possa “assorbire”, ovvero annullare gli aumenti statali sul contributo provinciale. «La mia preoccupazione - spiega Dello Sbarba - era che, mettendo mano alle pensioni d’invalidità, si creasse un pericoloso precedente. E del resto se gli invalidi in Alto Adige hanno pensioni leggermente più alte un motivo c’è: il costo della vita più caro e un bilancio provinciale più ricco».

Discriminazione. Previsto da tempo il Centro anti-discriminazioni di fatto non è mai stato istituito, in quanto creato all’interno dell’Ufficio integrazione, che potendo contare su un organico di una persona e mezzo, non poteva seguire anche questo tema. Ieri la quarta commissione si è occupata dell’argomento. La proposta dell’assessore Philipp Achammer era di inserirlo all’interno dell’ufficio del Difensore civico, ma alla fine è stato approvato l’emendamento dei verdi, in base al quale il Centro anti-discriminazioni (stranieri, disabili, donne) sarà una struttura autonoma istituita presso il consiglio provinciale. Critici sulla creazione del Centro i consiglieri della destra sudtirolese.

Assb. Via libera in commissione anche al disegno di legge, chiesto dall’assessore Mauro Randi, per collegare la durata del direttore generale dell’Azienda servizi sociale a quella della giunta. La disposizione dovrebbe consentire di superare lo scoglio dell’inamovibilità del vertice della struttura. Sulla carta ciò dovrebbe già essere garantito dalle norme attualmente in vigore, ma nella realtà non è così. Tanto che quando a luglio ci si è trovati di fronte alla scadenza del mandato quinquennale a Bruno Marcato, temendo un possibile contenzioso, la giunta ha deciso di rinnovare l’incarico: questo è il terzo. Il mandato è di cinque anni, ciò significa che rimarrà in carica fino al 2019 oppure le disposizioni avranno effetto immediato e quindi la giunta che si insedierà nel 2015 potrà nominare un nuovo direttore?

«Non lo so. - confessa l’assessore Randi - Comunque appena verrà approvata la legge chiederò ai giuristi di darmi un’interpretazione autentica».

Nel corso della discussione in commissione, Dello Sbarba ha ottenuto di inserire nel disegno di legge il passaggio che prevede che, per una questione di trasparenza, l’avviso pubblico per la nomina di direttore e vice dell’Azienda dei servizi sociali venga pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione.(a.m)

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