Ipes: varate le norme anticorruzione

Previste regole severe per dipendenti: neanche un caffè con gli artigiani


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Severità e trasparenza: d'ora in poi neanche un caffè tra dipendenti Ipes e imprenditori». Il vicepresidente dell'Istituto Renzo Caramaschi è soddisfatto: il cda ha messo a punto il Codice etico (leggi anti-corruzione) che, prima del varo definitivo, sta passando al vaglio dei sindacati. Obiettivo: evitare il ripetersi di quanto emerso, un anno fa, dall'inchiesta della Procura. In base all'accusa le ditte per ottenere i lavori negli alloggi popolari erano costrette a pagare microtangenti, fare regali ai dipendenti dell'Ipes che trattavano la pratica e ai loro familiari, in qualche caso avrebbero eseguito anche lavori nelle abitazioni private. LE NUOVE REGOLE. «Indipendentemente dal fatto che le accuse vengano o meno confermate in sede di giudizio - dice Caramaschi - qui bisogna cambiare musica e questo varrà per tutti: dagli impiegati ai dirigenti, ai membri del consiglio d'amministrazione, presidente compreso». Il Codice etico prevede innanzitutto che nel caso in cui chi si trovi ad istruire pratiche relative ad alloggi o lavori, nell'ultimo biennio, abbia avuto personalmente rapporti con qualcuna delle parti in causa, deve dichiararlo e poi astenersi dal trattarle. «Il divieto - ci tiene a precisare Caramaschi - non vale solo per i dipendenti e per i membri del cda ma anche per loro parenti e affini fino al secondo grado». Sembra una cautela "esagerata" ma non lo è. Dalle carte dell'inchiesta è emerso infatti che a beneficiare dei favori delle ditte erano anche parenti e conviventi. I DONI. Nel Codice è stato scritto nero su bianco: «Le aziende che partecipano ad appalti si astengono dal tentativo di influenzare l'assegnazione dei lavori». Quindi, nel caso in cui il concetto non fosse sufficientemente chiaro, c'è un'ulteriore precisazione: «È vietato qualsiasi tipo di dono o utilizzo di benefit di proprietà dell'impresa a favore del dipendente così come di parenti ed affini». Sempre dalle indagini della Procura è emerso che artigiani e piccoli imprenditori per accaparrarsi i lavori, dai piccoli interventi alle grosse ristrutturazioni, avrebbero regalato due cellulari, un Loden, una collanina; pagato il conto del meccanico, della spesa al supermercato, di pranzi e cene al ristorante. LE AZIENDE. L'impresa che in qualche maniera fosse sollecitata a fare regalie deve immediatamente segnalarlo al direttore o al presidente dell'Ipes. Ma anche il dipendente al quale vengano offerti doni è chiamato a fare altrettanto. In caso contrario il Codice etico prevede che sia sottoposto a procedimento disciplinare e rischia penalizzazioni nella progressione economica. Nel caso in cui l'azienda tentasse in qualche modo di corrompere i dipendenti verrà immediatamente esclusa dalla gara e nel caso in cui ciò emergesse anche successivamente si interromperebbe subito il rapporto. TRASPARENZA. Entro il 30 giugno tutte le delibere approvate dal cda verranno messe online. Entro fine anno l'Ipes punta ad ottenere la certificazione Iso 9001 per la ripartizione tecnica dell'Istituto. Nello stesso periodo si punta anche a realizzare la Carta degli inquilini: anche in questo caso verranno messi nero su bianco diritti e doveri di coloro che abitano nelle case dell'Istituto. Il presidente del Comitato inquilini Ipes Gianfranco Ponte da tempo chiede che vengano codificati i diritti ma anche i doveri e quindi i comportamenti che chi abita in un alloggio dell'Istituto deve tenere, anche per garantire un buon livello di convivenza. Intanto, in questo periodo, si sta espletando il concorso per il nuovo direttore del Centro servizi all'inquilinato, posto scoperto da novembre. L'incarico è riservato al gruppo di lingua tedesca: ci sono una decina di candidati. Il vincitore si dovrebbe conoscere entro la fine del mese. Successivamente verrà espletato il concorso per il nuovo direttore della ripartizione finanze (posto riservato al gruppo italiano). Si tratta di una posizione apicale prevista fino ad alcuni anni fa e poi cancellata. Dopo la bufera giudiziaria che si è abbattuta sull'Istituto all'inizio della scorsa estate, la Provincia ha però deciso di ripristinare quella carica per controllare meglio quanto avviene all'interno di una struttura che gestisce oggi quasi 13 mila alloggi in la provincia e si prepara anche a realizzare il piano per il ceto medio: oltre mille alloggi in Alto Adige. Le domande per i primi 60 alloggi, previsti a Bolzano, devono essere presentate entro il mese.

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