ECONOMIA

Istat, Bolzano in testa per produttività nominale del lavoro

La provincia di Bolzano si conferma ai vertici nazionali; confermato il divario tra nord e sud



ROMA. A livello italiano, il settore dei servizi, con il 78,2% di imprese e due terzi degli addetti totali, registra una crescita del valore aggiunto lievemente superiore alla media (+4,6%). Nell'industria in senso stretto il valore aggiunto cresce meno (+3,5%) del valore medio nazionale, mentre il margine operativo lordo fa registrare un aumento superiore alla media (+6,4%), spiega il rapporto Istat, aggiungendo che gli investimenti crescono del 12% nelle imprese con 20 e più addetti e solo dell'1,2% in quelle con 10-19 addetti, sono invece in marcata flessione nelle imprese con meno di 10 addetti (-18,7%). 

I differenziali di produttività fra le imprese del Nord e del Centro e quelle del Mezzogiorno sono ancora consistenti in tutti i settori di attività economica. Il divario è massimo nell'industria in senso stretto: il valore aggiunto per addetto si attesta a 72mila 300 euro al Nord-ovest e a 50mila 200 euro nel Mezzogiorno. Complessivamente, prosegue il rapporto Istat, il Nord produce quasi due terzi del valore aggiunto nazionale, con una crescita rispetto al 2014 del 4,4%. Il restante 36,9% viene realizzato per il 20,2% dal Centro (19,9% della popolazione) con una crescita del 2,9% e per il 16,6% dalle regioni del Mezzogiorno (34,4% della popolazione) con una crescita del 4,9%.

Nella graduatoria regionale la produttività nominale del lavoro è più alta nella provincia di Bolzano e in Lombardia, con Calabria e Molise fanalino di coda. La crescita più sostenuta si registra in Basilicata e Umbria, mentre si evidenziano cali in Valle d'Aosta e Sardegna.













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