Ius soli, la Svp boccia la proposta del Pd 

In consiglio regionale i voti della Stella alpina contribuiscono ad affossare il documento presentato da Democratici e Verdi


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Fuori uno - la dichiarazione linguistica per iscriversi a scuola - e fuori due: bocciato lo «ius soli». Anche ieri la Svp ha votato diversamente dal suo partner ormai storico, il Pd. Dopo la certificazione etnica ad iniziare dall’asilo, arriva un altro tema caro al mondo della destra: i diritti (pochi) per gli stranieri.

Questa volta il palcoscenico è stato il consiglio regionale, dove all’ordine del giorno c’erano due documenti sullo stesso argomento presentati da fronti diversi. Da un lato una mozione presentata dai consiglieri trentini Kaswalder (eletto nel Patt oggi nel Gruppo misto), Borga e Fasanelli (entrambi di Amministrare e Civica Trentina) ad «impegnare la giunta regionale nel manifestare al governo la contrarietà della Regione rispetto alla proposta parlamentare del Pd a livello nazionale sullo ius soli», in attesa di essere esaminata dal Senato. Dall’altro il documento voto presentato dai consiglieri Dello Sbarba, Heiss, Foppa, Manica, Ferrari, Civico, Borgonovo Re, Dorigatti, Bizzo, Tommasini e Maestri (Verdi e Pd) affinché «il Parlamento approvi entro fine legislatura una legge che riconosca, per l’acquisizione della cittadinanza italiana, lo ius soli temperato e lo ius culturae». Insomma, dare la cittadinanza ai minori nati in Italia figli di stranieri.

Fin qui i documenti, con il primo che sottolinea come «il Pd voglia allargare la cittadinanza italiana ad un numero sproporzionato di persone, non facendo altro che incrementare gli sbarchi in Italia». Kaswalder ricorda presentando la mozione che «in Francia, Germania, Regno Unito e Belgio bisogna attendere almeno dai 5 ai 10 anni per ottenere la cittadinanza, mentre in altri Stati sono previsti esami per accedervi». «Lo ius soli riguarda poco i barconi e i flussi migratori, e molto di più le seconde generazioni, ovvero bambini e bambine nati in Italia. Anche in Italia un adulto dopo 10 anni di residenza stabile può chiedere la cittadinanza: si tratta di ammettere anche quelli che sono i più integrati, ovvero i bambini nati qua; se vengono fatti sentire come cittadini di serie B, svilupperanno rabbia e frustrazione», ribatte in aula Dello Sbarba. «La concessione della cittadinanza porta diritti e anche doveri, ricordando in aggiunta i vantaggi di questo riconoscimento soprattutto per le ragazze, che avendo i diritti riconosciuti dalla Costituzione avranno tutti i mezzi per tutelarsi da certe prevaricazioni», ancora il consigliere dei Verdi.

Naturalmente favorevoli allo ius soli gli interventi dei consiglieri del Pd, mentre da parte altoatesina si sono schierati per la mozione di Borga e Kaswalder anche Urzì (Gruppo misto) e Artioli (Team Autonomie BürgerUnion). E la Stella alpina? L’unico a prendere la parola è stato Dieter Steger, chiarendo che la questione «andrebbe regolata in maniera uniforme a livello europeo», e aggiungendo che «il disegno di legge in Parlamento ha bisogno di ulteriori chiarimenti, in primis riguardo al diritto penale». Steger ha quindi invitato a rinviare la discussione in merito, in attesa di un approfondimento, per evitare di farne materiale da campagna elettorale.

Poi i due documenti sono andati al voto con il centrodestra compatto a favore della mozione di Borga contro lo ius soli (31 sì, 16 no e 6 astensioni), mentre il documento di Verdi e Pd è stato bocciato con 16 sì, 25 no e 8 astensioni. In entrambe le votazioni il ruolo della Svp è stato fondamentale, anche secon interventi in aula non espliciti. E solo il giorno prima Renzi a Bolzano aveva confermato l’alleanza col Pd.













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