L’Alto Adige che aiuta Oltre 600 tonnellate di indumenti usati 

Numeri record: è stata una delle più grandi “raccolte” a livello europeo. I proventi per progetti di solidarietà


di Inrica Tudor


BOLZANO. Una sola giornata, tremila volontari, 50 camion di sacchi contenenti indumenti usati e tanta buona volontà: ieri la nostra provincia è stata protagonista di una delle più grandi “raccolte” a livello europeo. A fine giornata sono state contate 600 tonnellate di sacchi gialli. Trattandosi di centinaia di tonnellate di vestiti, il grosso della raccolta andrà in Germania, a Brema, alla ditta FWS, specializzata nello smistamento dei vestiti usati ai fini del riutilizzo, a cui la Caritas fa riferimento da 7 anni. Un'altra parte invece finirà al centro di smistamento «Revitatex» di Egna, che già gestisce le raccolte quotidiane provenienti dai “cassonetti gialli”. Principalmente si tratta di un'immissione nel mercato dell'usato e, in misura minore, quando i vestiti non sono in buono stato, di un riutilizzo come stracci. Paolo Valente, direttore della Caritas diocesana spiega: «Un valore importante è quello ecologico: solo in Alto Adige, grazie alla raccolta vengono evitate 2.500 tonnellate di rifiuti e allo stesso tempo si risparmiano risorse naturali. Attraverso questa iniziativa inoltre si producono posti di lavoro, sia a Brema che a Egna, per non parlare delle fasi successive del mercato». Il centro di Egna è gestito da due cooperative sociali, “Renovas” e “Albatros”, che impiegano persone svantaggiate, che altrimenti non troverebbero lavoro, sia per lo smistamento che per la raccolta degli indumenti. Il ricavato rimane in parte alle ditte, in parte alle cooperative e il netto va a finanziare vari servizi della Caritas: dalla promozione del volontariato, alle case per persone senza dimora e molti altri. È un'attività di autofinanziamento molto antica, la prima raccolta risale al 1976 e si ripete ogni anno.

«Un ulteriore valore è il coinvolgimento di tantissime persone, in tutta la provincia si contano tremila volontari, è un momento di partecipazione e di condivisione, si mobilita buona parte della comunità provinciale, anche vigili del fuoco e alpini». Tra i volontari anche tanti giovani, una di loro, Giorgia Sanciati, impegnata ieri al punto di raccolta ai Piani, dice: «Per me è il primo anno da volontaria, facendo servizio civile sono venuta a sapere che tra le varie forme di volontariato c'era anche questa. È faticoso ma anche divertente, si incontrano persone nuove e motivate. È un'ottima iniziativa». Entusiasta Davide Zaccagno: «È il secondo anno che faccio il volontario insieme al gruppetto di giovani della parrocchia di Tre Santi. Abbiamo cominciato l'anno scorso raccogliendo qualche sacco di vestiti già in parrocchia e caricandoli su un furgone. Ora siamo qui ad aiutare a scaricare. Sicuramente è un modo per aiutare chi ha bisogno e siamo contenti, facciamo molto volontariato e ci piace». Tra i volontari anche un gruppo di scout, Daniele Tosin spiega che «per noi è importante offrire questo tipo di servizio, è un modo per collaborare dove e quando c'è bisogno. Basta guardare gli sguardi e i sorrisi dei ragazzi per vedere che stanno vivendo con gioia l'esperienza. Abbiamo fatto anche un incontro in cui spiegavamo la funzione del servizio in generale e le caratteristiche della raccolta dei sacchi gialli che si fa ogni anno». Un dato importante da tenere in considerazione è che circa il 70% della popolazione mondiale utilizza capi di seconda mano. Nella maggior parte dei paesi del mondo, data la povertà degli abitanti, questo mercato diventa spesso l'unica possibilità per potersi vestire con tessuti di buone qualità. In varie zone dell’Alto Adige hanno dato una mano anche i migranti ospitati nei centri d’accoglienza.













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