L’Anpi non dimentica la complicità dei Savoia 

Manifestazione alla stele che ricorda l’avvocato bolzanino morto ad Auschwitz  «Uno sfregio intollerabile il rimpatrio della salma di Vittorio Emanuele III»



BOLZANO. Quella piazza dall'Anpi - Associazione partigiani - non è stata scelta a caso. È intitolata a Wilhelm Alexander Loew Cadonna, avvocato bolzanino, seviziato nel lager di via Resia e poi morto ad Auschwitz nell’ottobre 1944. Ucciso dai nazisti ma con la complicità del fascismo.

E per non dimenticare che l'essere ebreo era un colpa nell'Italia di Vittorio Emanuele III e lo era fin dalla sua firma apposta in calce alla legge voluta da Mussolini ben prima dello scoppio del conflitto, l'Anpi ha voluto manifestare lì, davanti al distretto sanitario, contro il rientro in Italia di quel re Savoia.

«Non c'è accanimento da parte nostra - ha spiegato Orfeo Donatini - perché un conto è la pietà e la sepoltura di quell'uomo accanto a sua moglie, la regina Elena, un altro una possibile operazione di ambigua riconciliazione nazionale attraverso le modalità con le quali Vittorio Emanuele III è rientrato in Italia: la presenza del nostro ambasciatore a Alessandria d'Egitto, dove era sepolto, il trasporto con volo di Stato e altre situazioni equivoche». Come la proposta, peraltro minoritaria, di farlo riposare al Pantheon. Insomma, per il presidente dell'Anpi, è giusto stare al fianco delle comunità ebraiche italiane, che subito hanno criticato molti elementi sottesi a questo rimpatrio. E infatti ieri pomeriggio la comunità ebraica altoatesina, con la sua presidente, era lì in piazza ad accendere con l'Anpi un lume e ad apporre un fiore sulla targa che ricorda Loew Cadonna. Le leggi razziali restano un marchio indelebile sulla figura di questo monarca, come pure il tradimento delle istituzioni democratiche attraverso il suo piegarsi alla marcia su Roma e all'instaurazione del regime. «E non serve ricordare il ruolo della monarchia sul Piave nella prima guerra - insiste l'Anpi- senza aggiungere la guerra di sterminio in Etiopia e la sua fuga a Pescare lasciando il Paese in balia dei tedeschi». Insomma Loew Cadonna come figura attraverso la quale allontanarsi da possibili revisionismi e dare un senso alla storia e ai crimini commessi in virtù di una alleanza tragica tra monarchia e fascismo. «In più , qui in Alto Adige - ha insistito Donatini- quel re viene ricordato come colui che affiancò il regime nella cancellazione delle scuole tedesche e in altre azioni contro la popolazione sudtirolese». E che avrebbero smentito, d'altro canto, lo stesso atteggiamento tenuto dalla prima Italia ancora liberale nel 1919. Insomma, occorre distinguere. «Un conto- è stato aggiunto - era stato eliminare la norma che impediva il rientro in Italia degli eredi maschi dei Savoia, ben altro far finta che quel Savoia sia stato un re da onorare». (p.c.)













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi

Attualità