PRIMA DELLE ELEZIONI

L'appello del vescovo: «Non seguite nazionalisti e xenofobi»

Ieri, sabato 7 settembre, l'inaugurazione dell'anno pastorale. Per Ivo Muser «è sbagliato fomentare le paure»



BRESSANONE. A un mese e mezzo dalle elezioni, all’inaugurazione dell’anno pastorale all’accademia Cusano di Bressanone il vescovo Ivo Muser ha condannato xenofobi e razzisti. «Stiamo assistendo a una deriva del linguaggio. Non pochi, anche a livello di persone pubbliche e responsabili, oggi sembrano optare, nel loro linguaggio, per la semplificazione, rifuggendo tutto ciò che comporta la fatica del pensare. Pensare prima di parlare e agire».

Muser è consapevole che uno slogan, per quanto contraddittorio e vuoto, sia più efficace di ogni ragionamento, «ma non possiamo essere per la dignità umana di ogni persona e poi insultare o dileggiare uomini, donne e bambini solo perché hanno avuto in sorte di nascere in situazioni invivibili, in zone di guerra, fame e miseria. Si usano parole che alimentano la paura e la paura ci impedisce di vivere umanamente, crea diffidenza e sfiducia». Il vescovo ha invitato tutti a fare questo esercizio: «Ascoltare le parole attorno a noi e distinguere le parole che aprono al bene, che fanno crescere le persone, da quelle che distruggono le relazioni, umiliano le persone e hanno il fine di guadagnare un consenso facile ma effimero». Espressioni come “prima noi” per Muser sono in contraddizione col messaggio evangelico, «ma anche con i valori fondanti dell’Ue». Come nel XX secolo piccoli gruppi di resistenti – tra i quali Josef Mayr-Nusser – si fermarono a riflettere e costruirono piano piano una nuova cultura, «anche noi oggi siamo chiamati a rispondere al male con il bene. L’esperienza cristiana ci insegna a non giocare mai con le parole e ancor meno con la Parola», ha ammonito il presule. 

Muser si è poi soffermato sulle elezioni e sulle basi per un futuro comune: per il cristiano partecipare al voto deve essere scontato. «Il primo passo è quello di formarsi un proprio giudizio per votare in modo consapevole e responsabile». Per l’esercizio di un voto responsabile dal punto di vista cristiano, il vescovo ha poi ribadito alcuni criteri a cui sempre richiama: sul piano della giustizia sociale, «solidarietà e giustizia sono decisivi per una politica sociale ed economica sostenibile e adeguata al futuro. Servono risposte coraggiose, orientate al benessere comune, che sappiano unire e non dividere. La fede cristiana esclude atteggiamenti come svilire ed emarginare altre persone, nonché nazionalismo e xenofobia».

Ieri a Bressanone si sono incontrati il vescovo e il decano di La Villa, Jakob Willeit. Un incontro dai toni piuttosto animati. Come si ricorderà, il consiglio parrocchiale nei giorni scorsi aveva respinto la richiesta del Comune di mettere a disposizione la canonica per ospitare una famiglia di migranti. Duro il commento, ieri, del vicario generale Eugen Runggaldier: «La gente lì fa fatica ad accogliere chi ha bisogno di aiuto. D’altronde fa anche un po’ di fatica a fare quanto il Vangelo ci dice, perché a tale proposito il Vangelo è molto chiaro». Non è detta l’ultima parola, ha chiarito invece il vescovo, «la decisione si può ancora modificare». Ma il decano ha ribadito anche ieri la posizione della parrocchia: «È una decisione nostra è va rispettata. L'ambiente non è in grado di ospitare una famiglia e deve intervenire il Comune se vuole». 













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