Bolzano

L’Areale può diventare un parco: intesa per i prossimi anni 

In attesa della riqualificazione, accordo tra il Comune e Reti ferroviarie italiane per il riuso temporaneo dell’area. L'assessora Chiara Rabini: «Con Unibz, Eurac e architetti inseriremo attività culturali, convegni ed eventi». C’è anche lo spazio per lo skate



BOLZANO. Le scommesse sono aperte: l'Areale farà in tempo a diventare un hub culturale strutturato prima che si materializzino all'orizzonte i primi suoi cantieri per lo spostamento dei binari? L'opzione uno ha buonissime possibilità di vincere. La ragione è che la sua nuova destinazione verde è partita, mentre i lavori di riqualificazione urbanistica sono rinviati di anno in anno tra Pnrr che scivola dentro la crisi e incremento costante dei costi fuori budget.

L'altro giorno si è svolto infatti l'incontro tra Comune e associazioni interessate da un lato e Rfi (Reti ferroviarie italiane) dall'altro. Conclusioni? "

«Le Ferrovie hanno dichiarato il loro interesse a rendere disponibili parti dell'Areale alla cittadinanza» ha rivelato l’assessora Chiara Rabini che sta guidando le trattative per il Comune. Quest'ultimo sta formalizzando la richiesta ed è pronto lo schema per l'impiego degli spazi: dislocazione di attività come eventi culturali, laboratori urbani aperti alle associazioni, magari anche per la presentazione dei progetti Arbo per unire presente a futuro possibile, presenza di artisti e di mostre, orti urbani e anche mercati all'aperto.

Si ipotizza anche la possibilità che nell'Areale vengano installate aree dedicate allo sport, in particolare allo skate.

Insomma, Bolzano si appresta ad appropriarsi di una vasta area verde da gestire in modo flessibile.

Fantascienza? No, una realtà che va di giorno in giorno chiarendosi e aprendosi a nuove iniziative. Tanto che si è costituito un gruppo informale di associazioni che stanno muovendosi alle spalle delle istituzioni presentando agende e offrendo possibili cartelloni di eventi.

Tra queste la Las, che raduna gli architetti paesaggisti altoatesini appena usciti dalla palestra professionale dell'approntamento del Piano per il verde urbano, la Lub con la sua facoltà di eco Design, la Fondazione dell'ordine degli architetti; e poi Eurac, galleria Lungomare, i giovani di Fridays for Future. Al centro c'è il sostanziale riuso di uno spazio urbano dimenticato.

Tra gli eventi già in programma un convegno di due giorni, fine settembre, con al centro il tema degli usi temporanei delle aree in disuso.

«Bolzano ha una tremenda carenza di spazi verdi disponibili - spiega l'assessora Rabini - e questa idea di sfruttarne uno di tali dimensioni è nata dalla base ed è stata raccolta dalle istituzioni. Abbiamo davanti un lungo periodo di possibilità insediative». Già sono allo studio strutture flessibili e asportabili che potranno ospitare le iniziative, compresi spettacoli teatrali, performance artistiche e incontri pubblici anche al coperto.

Il quadrante dell'Areale che si sta predisponendo a questa nuova identità urbana in movimento veloce è quello compreso tra via Piani, l'area di parcheggio temporaneo dei mezzi durante il mercatino di Natale e l'ex officina post industriale posta sul lato sud dell'Areale verso i nuovi insediamenti intorno al Cineplexx.

Rfi ha posto una condizione: che l'uso delle aree rimanga in ogni caso flessibile e modificabile dinamicamente nel caso di avvio del progetto Arbo (il nuovo Areale).

Facendo due conti, è probabile che questa area verde possa rimanere a disposizione della città ben oltre i prossimi cinque/sette anni.

«La posizione dell'Areale , così a ridosso del centro e accanto alle principali vie di comunicazione - hanno commentato gli architetti paesaggisti - si presta in maniera ottimale alla dislocazione di tante attività culturali, sportive e artistiche». A tal punto da diventare un vero e proprio progetto operativo sul tavolo della giunta.

«Ho appena portato in Comune - anticipa l'assessora Rabini - un promemoria su Areale e suoi usi temporanei che dovrà essere formalizzato a breve».

Le caratteristiche di biodiversità, precipitato positivo del suo abbandono per lunghi anni, aprono questi spazi anche ad un loro riuso paesaggistico e di fruizione collettiva. Gli studenti di Design hanno effettuato dei primi sopralluoghi proprio per saggiarne le possibilità in termini di bio parco, una volta risanati e messi in sicurezza. P.CA.













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