L’Arma va a caccia dell’assassino 

Coinvolti anche i subacquei che si sono immersi nelle acque ghiacciate sotto 60 centimetri di neve



BOLZANO. La telefonata di un’addetta alle pulizie di un albergo. Il rinvenimento del cadavere di una donna in una stanza della struttura e l’arrivo del Comandante della Stazione dei Carabinieri sul posto che inizia a isolare la zona.

Ha preso il via così, la spettacolare esercitazione “Wildsee”, condotta sabato dai carabinieri dell’Alto Adige al lago di Braies.

Nella splendida cornice regalata dai luoghi della fiction “Un passo dal cielo”, i carabinieri subacquei di Genova si sono immersi per recuperare ciò che era stato gettato nelle acque gelide dall’autore dell’omicidio.

Il Reparto Speciale dell’Arma, erede di quegli “uomini-rana” che durante il secondo conflitto mondiale avevano svolto diverse missioni militari, sono oggi professionisti di elevatissimo livello, militari capaci di soddisfare le molteplici esigenze in ogni parte d’Italia.

E quella di sabato è stata un’occasione unica per i sub dell’Arma per testare le loro capacità di immersione in alta quota, in acque coperte da circa sessanta centimetri si ghiaccio.

I carabinieri subacquei hanno delimitato l’area, poi allargato il buco che, in base agli elementi forniti per l’esercitazione – era servito per cercare di far sparire prove nelle profondità del meraviglioso specchio d’acqua e hanno poi creato quella che viene chiamata “stella sul ghiaccio”, una serie di linee sulla superficie ghiacciata che si uniscono nel grande buco centrale da cui i sommozzatori si calano in acqua, e che consentono loro di far filtrare la luce sotto il ghiaccio.

Muniti di mute ed equipaggiamenti speciali per eseguire il sopralluogo - un avveniristico metal detector, oltre a macchine fotografiche e telecamere da immersione -, gli specialisti hanno iniziato a scendere in profondità, per risalire, dopo qualche decina di minuti, con una pistola ed un cellulare rinvenuti sul fondale.

Prove importanti per risolvere il mistero legato all’omicidio. Prove che poi sono state subito acquisite e analizzate da altri specialisti.

L’ esercitazione, infatti, era finalizzata a testare le capacità della Sis, la Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo Investigativo di Bolzano - unità ad elevata specializzazione e competenza tecnico-scientifica - e a migliorare l’affiatamento e la collaborazione tra questa unità con le Aliquote Operative delle Compagnie dell’Alto Adige.

Per questo, nell’esercitazione Wildsee sono stati impegnati gli investigatori del Nucleo Operativo della Compagnia di San Candido, che prima hanno raccolto elementi nella camera d’albergo teatro dell’omicidio e, poi, hanno seguito le tracce dell’assassino fin sul lago, dove hanno scoperto un secondo cadavere: quello dell’omicida, che dopo aver ucciso la donna nella stanza, si era tolto la vita.

Accanto ai carabinieri del Comando Provinciale, in esercitazione anche unità del Centro carabinieri di Addestramento Alpino di Selva Val Gardena, rocciatori e sciatori specializzati, capaci di operare in ambienti montani difficili, coniugando le competenze della polizia giudiziaria alla formazione specifica. L’esercitazione, fortemente voluta dal generale Massimo Mennitti, comandante della Legione, che da sempre promuove il mantenimento delle capacità acquisite nel tempo dai carabinieri, si è svolta sotto la supervisione degli ufficiali responsabili, è stata utile anche per testare nuovi materiali tecnologici in dotazione ai Carabinieri del Reparto Operativo di Bolzano, come la ricostruzione virtuale in 3D dell’ambiente in cui si è svolta l’azione criminale. Un’esercitazione che ha confermato nel migliore dei modi quella che è l’essenza dell’Arma dei carabinieri: la forza di operare con tante specialità in stretta sinergia tra loro.















Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi

Attualità