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L'Asl: chi non si presenta alle visite dovrà pagare lo stesso

Il provvedimento - annunciato a gennaio - sarà adottato a partire dall’autunno. I pazienti devono ricordarsi di disdire


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Chi non si presenta alle visite prenotate in ospedale - o nei distretti - le dovrà pagare lo stesso. La novità contenuta nel pacchetto di misure decise dall’Asl ancora a fine 2016 per abbattere le liste d’attesa diventerà realtà da quest’autunno visto che la delibera finirà in giunta a settembre. Gli altoatesini - infatti - per visite non urgenti sono costretti ad aspettare a tutt’oggi più di 2 mesi in 36 branche specialistiche su 50. In maggior difficoltà - tra le altre - Oculistica (a Bolzano l’attesa aggiornata a ieri è di 260 giorni), Reumatologia (251 giorni), Otorinolaringoiatria (118 giorni), Urologia (146 giorni) e Dermatologia (191 giorni).

E così adesso l’Asl pretende giustamente di far pagare la visita a quel 10%-15% di persone che la prenota e poi non ci va col risultato che le liste si allungano. A partire da quest’autunno l'Asl ricorderà ai cittadini l'appuntamento (anche con un sms) ma tutti coloro che non si presenteranno senza aver disdetto saranno chiamati a pagare la prestazione prenotata. E pagheranno tutti, anche gli esenti ticket. E l'Asl ha pronto un’ulteriore giro di vite.

I primari dei reparti di tutti gli ospedali dell’Alto Adige con liste d'attesa che superano i 60 giorni hanno infatti sei mesi di tempo per abbatterle e mettersi in regola. Poi basta. Chi non ce la farà dal primo gennaio 2018 si vedrà revocare la possibilità di svolgere la libera professione "intramoenia" (ovvero tra le mura dell'ospedale) che in Alto Adige è di sole 3 ore la settimana (ricordiamo che nel resto d'Italia si arriva fino a 20 ore).

Con l'introduzione dell'intramoenia nel 2010 - ha ricordato l'Azienda nell’ultima riunione con i sindacati - la giunta aveva deciso che i medici potessero praticarla solo in presenza di tempi d’attesa contenuti. Ferocemente contrario alla restrizione punitiva il sindacato Anaao.

Così il direttore Thomas Schael: «L'opposizione avanzata dai sindacati   è stata inoltrata alla Commissione paritetica. Appena avremo il parere comunicheremo gli ulteriori passi». E da poco poco l'Azienda ha inserito tra gli obiettivi di budget 2017 dei primari di tutti i Comprensori, l'obbligo di stornare le visite di controllo non urgenti (che sono tra il 50 ed il 60% delle totali) dalle prime visite. E questo per alleggerire le liste d' attesa complessive.

Succederà che il paziente uscirà subito dalla prima visita con la prescrizione e l'appuntamento di controllo in mano. Ai primari però adesso spetta l'arduo compito di organizzare il lavoro con lo stesso personale. Va anche detto che la soluzione del problema delle liste di attesa non può prescindere dal coinvolgimento dei privati convenzionati e quindi da un doveroso aumento dei rimborsi attuali che sono ridicoli(18 euro a visita), altrimenti nessuno specialista verrà più a lavorare in provincia.

L'Asl dovrebbe riuscire ad alzare la cifra per arrivare almeno a sfiorare i 30 euro.













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