L'escort ai clienti: «Ti aspetto con le cuginette»

La marocchina arrestata ieri a Verona. Spuntano altri messaggi tra baby-prostitute e indagati


Susanna Petrone


BOLZANO. E' stata arrestata appena è scesa dal pullman a Verona. Ad attenderla c'erano gli agenti della squadra mobile guidati da Marco Sangiovanni. L'escort marocchina di 25 anni, accusata di immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione minorile, ora si trova a Rovereto. Era da settimane che gli investigatori non vedevano l'ora che l'escort marocchina rientrasse in Italia dalla Spagna, dove si era rifuggiata. La donna, infatti, potrebbe portare ad una svolta nell'indagine della squadra mobile e rivelare altri nomi di clienti che - secondo la Procura - pagavano per avere rapporti sessuali con due minorenni. Una volta sentita la donna, infine, sarà compito degli inquirenti trovare riscontri alle dichiarazioni della prostituta marocchina.

L'ARRESTO. La stessa escort nei giorni scorsi aveva comunicato al proprio legale, l'avvocato bolzanino Loredana Pistoia, che sarebbe rientrata per consegnarsi alla giustizia. Purtroppo la 25enne non si è mai messa in contatto con le forze dell'ordine che l'hanno dunque attesa a Verona presso la stazione dove è arrivata in pullman. A quel punto sono scattate le manette e la 25enne, che vive a Bolzano da quando era piccola, è stata portata presso il carcere femminile di Rovereto. Era dalle prime ore dell'alba che gli uomini della squadra mobile attendevano la donna, ritenuta la mente di un giro di prostitute minorenni a Bolzano. Secondo gli inquirenti, infatti, sarebbe stata la 25enne, insieme alla finta madre delle due ragazzine - una 46enne arrestata già alcune settimane fa - ad organizzare gli incontri con uomini della Bolzano bene.

GLI SMS. Intanto prosegue l'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Donatella Marchesini. In mano all'accusa ci sarebbero diverse intercettazioni e messaggini. In un caso il cliente avrebbe chiamato più volte al giorno una delle due baby-prostitute, senza però mai ricevere risposta. Alla fine il cliente, stufo ed arrabbiato, avrebbe deciso di scrivere un sms alla ragazzina: «Sono stanco di essere preso in giro da te. Quando ti chiamo mi devi rispondere». A quel punto la baby-prostituta avrebbe richiamato per fissare un appuntamento. Un secondo cliente, invece, che da settimane non si faceva più vedere nell'appartamento di via Resia, sarebbe stato chiamato dalla 25enne che a sua volta cercava di «invogliare» i clienti che da troppo tempo non si erano più messi in contatto con lei: «Ciao caro. Cosa fai questa sera? Vuoi venire qui da me? Ci sono anche le mie cuginette». Pochi minuti dopo il cliente risponde: «Ma in quante siete?». La escort maggiorenne gli risponde scherzando: «In tre. Ma ce la fai?». Il cliente infine conclude: «Certo che ce la faccio. Ci vediamo stasera». Quella sera ad attenderlo in via Resia c'erano anche gli agenti della squadra mobile che hanno fotografato tutto.

LE AMMISSIONI. Nel frattempo il sostituto procuratore Donatella Marchesini ha già sentito le dichiarazioni di quasi tutti gli otto uomini indagati, perché accusati di essere i clienti delle baby-prostitute. Degli uomini sentiti quasi tutti hanno ammesso di avere avuto rapporti sessuali con una o entrambe le diciassettenni marocchine. In due casi i clienti, per motivi di lavoro, sapevano di avere a che fare con delle minorenni, mentre gli altri avrebbero spiegato al magistrato di non essere stati al corrente di avere degli incontri sessuali con delle minori. La Procura, infatti, deve dimostrare la consapevolezza del cliente di avere rapporti sessuali dietro compenso con ragazze al di sotto dei diciotto anni. In due casi la faccenda sarebbe chiara: i clienti erano al corrente dell'età delle baby-prostitute per motivi di lavoro.

L'IMPUTAZIONE. Al momento manca all'appello degli agenti della squadra mobile ancora un uomo, il padre dell'escort 25enne, S. N. le sue iniziali. Quest'ultima verrà sentita dal giudice delle indagini preliminari nei prossimi giorni, mentre la 46enne si trova agli arresti domiciliari. I tre cittadini marocchini devono rispondere di immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione minorile. Le ragazze, infatti, sarebbero state prelevate in Marocco e spacciate per figlie della 46enne, mentre i veri genitori avrebbero versato un'ingente somma per il viaggio. Gli otto bolzanini indagati, invece, verranno giudicati secondo l'articolo 600 bis, secondo comma e riguarda la prostituzione minorile in quanto cliente e non «sfruttatore». «Chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni, in cambio di denaro o di altra utilità economica, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa non inferiore a euro 5.164». La legge, dunque, non punisce solo chi paga somme di denaro, ma anche chi fa regali alla prostituta minorenne.

L'INCHIESTA. Al momento sono otto i nomi in mano alla Procura, ma la situazione potrebbe cambiare ora che l'escort marocchina è stata arrestata. Il magistrato sentirà inoltre anche le dichiarazioni delle due 17enni coinvolte nel giro di prostituzione minorile. Secondo gli inquirenti le due ragazzine avrebbero iniziato a prostituirsi subito dopo essere arrivate a Bolzano e cioè due anni fa, ancora 15enni. Probabile, infatti, le rispettive famiglie non sono riuscite a pagare l'intera somma per il viaggio dal Marocco all'Italia, dicendo alle figlie di «fare qualsiasi cosa vi verrà chiesto». E così le due studentesse avrebbero eseguito gli ordini prostituendosi. Ora le due baby-prostitute si trovano presso una struttura protetta in provincia e vengono seguite dagli assistenti sociali.

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