La statistica

La coppia scoppia di meno: separazioni e divorzi in calo 

Secondo l'Astat a sorpresa le crisi diminuiscono, magari si litiga ma ci si separa e si divorzia meno. Le sentenze sono scese da 690 del 2019 a 600 del 2020 (-13%). Le coppie separate sono 563 (-14%) 



BOLZANO. La crisi del settimo anno, intesa come esplosione delle contraddizioni dentro una coppia, non arriva quasi mai al settimo. O arriva prima oppure molto dopo. E sempre più spesso quando i figli non ci sono ancora o quando non ci sono più: nel senso che sono ormai fuori casa. Ma la novità del 2020 travagliato e inquieto, è che le crisi diminuiscono.

Magari si litiga ma ci si separa e si divorzia meno. Prima o poi qualcuno spiegherà se si tratta di un calo dovuto alla pandemia che tutto appiattisce su di sè, anche le discussioni, oppure se riguarda una tendenza legata alla crisi in senso largo o ancora se il trend verrà confermato anche quando le cose cambieranno. Tant’è : il numero dei divorzi è sceso da 690 nel 2019 a 600 nel 2020. Un calo del 13%.

A loro volta le separazioni hanno seguito l’onda, con 563 coppie separate che costituiscono una regressione del 14%. Un tasso, rispettivamente, dell’11% e del 10 ogni diecimila abitanti. I divorzi, anche sulla spinta di una normativa meno intricata, già da sei anni risultano superiori alle separazioni (278 divorzi per mille abitanti) e, altro dato che prefigura un futuro apparentemente già segnato, se la tendenza resta costante vorrà dire che il 30% dei matrimoni conclusi nel 2020 divorzierà nel corso del tempo. Loro, i due, certo non lo sanno ancora ma la forza dei numeri, guardando a ciò che è regolarmente accaduto mese dopo mese, sarà evidentemente superiore a qualsiasi volontà riparativa.

É questo l’Alto Adige fotografato dall’ Astat, l’Istituto provinciale di statistica, dentro le case e nel segreto delle dinamiche familiari. Certo, stiamo meglio di Svizzera, Austria e lo stesso Tirolo, ma quello che conta, per definire la stabilità dei matrimoni dentro un qualsiasi contesto sociologico, è il lasso di tempo che intercorre tra la celebrazione, tra confetti e viaggi di nozze e la dissoluzione dei legami.

La media per arrivare alla separazione è di 16 anni, con variabili di chi non raggiunge il quinto anno (il 13%), chi il nono (17%) chi ancora il ventesimo (il 17%).

In sintesi, il 34% delle coppie separate era sposato da almeno 20 anni. Questo è un dato interessante perché, scomponendolo, fa emergere il fatto che le separazioni riferite a matrimoni di lunga durata è quasi triplicata negli ultimi anni. Il che significa che non si scopre subito di essere incompatibili ma che, soprattutto, non ci si fa più problemi a cercare una nuova vita o un nuovo compagno\a anche in età non più verde.

La crescita dell’aspettativa di vita, dicono gli esperti, ha portato con sè anche l’innalzamento della soglia oltre la quale si vuole riprovarci o smetterla lì. In ogni caso, ormai il 70% delle domande di separazione o divorzio sono consensuali. E inoltre, a confermare come le nuove norme ormai siano entrate nella pratica, quasi il 100% dei casi di divorzio viene attuato con l’affidamento congiunto dei figli; quando solo nel 2007 riguardava poco più del 60%. Segno che la legge 54 del 2006 ha ridotto di molto la conflittualità e le assegnazioni traumatiche. In conclusione, anche gli altoatesini stanno cambiando.

Al di là del calo da registrare intorno alle separazioni, conta dire che queste, come i divorzi, si muovono ormai in un alveo di maggiore condivisione per il destino dei figli ma anche sull’accordo tra i coniugi nel riconoscere che una esperienza in comune può essere giunta alla fine. E pure nel gestirlo più civilmente. P.CA.













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