La grande caccia ai super-rapinatori

Assaltavano banche in Austria e in Svizzera: la polizia unisce le forze e li bracca con la regia della mobile di Bolzano


di Alan Conti


BRENNERO. C’era tutta la polizia delle Alpi sulle tracce di una coppia di rapinatori italiani. Colpivano le banche con bottini da migliaia di euro ma quando gli agenti hanno unito le forze i rapinatori hanno dovuto capitolare. Determinante il ruolo della squadra mobile di Bolzano guidata da Giuseppe Tricarico. Lo scorso 11 gennaio, infatti, due uomini residenti in provincia di Varese (uno nato a Busto Arsizio e l'altro a Cantù, provincia di Como) sono entrati armati di revolver in una banca dell'istituto Raika Sbmit di Innsbruck. Si tratta di C.E., 53 anni, e F.M. di 48 (le generalità complete non vengono fornite dalle forze dell'ordine). Hanno minacciato l'operatrice e si sono portati via una somma vicina ai 30.000 euro. Uno dei due avrebbe anche colpito un impiegato con un pugno. Il colpo è stato messo a segno nel quartiere di Hötting alle 8.20 del mattino. Poco dopo alcuni poliziotti della sezione austriaca “Cobra” sono entrati in un ristorante notando la coppia a bordo di una Lancia Lybra. Hanno rilevato il numero di targa e lo hanno inviato alla polizia di Bolzano chiedendo collaborazione. Nel frattempo i sospettati sono stati controllati altre due volte. Qui si è registrato il passaggio chiave dell'inchiesta perché gli agenti hanno identificato il proprietario della Lancia Lybra: un uomo di 53 anni uscito il primo ottobre dal carcere per reati simili. L'immissione delle informazioni nel circuito europeo, però, ha allargato ulteriormente la portata delle indagini. «Si tratta di due persone responsabili di altri due colpi messi a segno vicino al confine con la Svizzera» conferma il commissario capo Valeria Consolmagno della polizia di frontiera di Luino (Varese). «La prima volta sono entrati in Svizzera con un'auto rubata in Italia, una Fiat Uno bianca, provando a svaligiare la banca Raiffeisen a Molinazzo di Monteggio (versante varesotto della Svizzera) pistole alla mano il 5 di dicembre. I sistemi di sicurezza dell'istituto di credito, tuttavia, hanno retto mettendoli in fuga. Il 20 dicembre sono tornati a Novezzano (versante comasco della Svizzera) nel distributore Piccadilly, anche qui appena oltre il confine, e si sono fatti consegnare 8.000 euro. Questa volta con una Lancia Ypsilon, sempre rubata. Restavano 6/7 minuti all'estero e poi rientravano in Italia abbandonando l'auto sottratta a qualcuno per risalire sul mezzo di proprietà. Sono diversi i riscontri che abbiamo in svariati esercizi commerciali lungo il percorso». 

A quel punto la polizia austriaca ha tutti gli elementi necessari per iniziare una caccia all'uomo. I due, arrivati a Innsbruck due giorni prima passando per il Brennero, dopo il controllo si sono sentiti braccati e hanno deciso di non tornare subito in Italia. Sono passati in Germania dove sono stati localizzati i loro cellulari, ma da qui sono riusciti a sfuggire in Francia. A quel punto hanno deciso di tornare a casa ma sono stati sorpresi dai gendarmi francesi nei pressi di Arlès il 13 gennaio. L'estradizione a Innsbruck è arrivata il 26 gennaio e nell'intervallo di dieci giorni la polizia ha requisito vestiti e denaro ai due malviventi. Recuperato pure il bottino della rapina in banca. «È stata determinante la collaborazione con un mandato di cattura internazionale» conferma il capo della procura di Innsbruck Hansjörg Mair. «Se il crimine non ha confini allora è importante che anche le polizie che lo contrastano non ne abbiano collaborando al meglio» spiega Tricarico durante la presentazione dell'operazione al Brennero. Oltre la promessa dei muri c'è un ponte di sicurezza tra i Paesi.

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